Eclissi lunare paradossale di Patrizio Marozzi
lunedì 10 settembre 2018 08:39
8 Agosto 2018
che vuole dire questa espressione lunatica, e, mattutina? Il fatto rilevante è che questa è una eclissi di luna ed è evidente che la luna è coperta, ma c’è un altra visuale oltre lo spazio che ci dice che ci possono essere due soli e ciò è stato verificato un po’ di tempo fa. Ora per inciso scritturale e per dimostrazione pratica qui si può vedere un verificarsi di tale fenomeno. Ora sappiamo che la luna è coperta dal sole e vediamo anche il sole che illumina la luna coperta del sole, vi direte come è possibile, ma è semplice ed evidente se pensate che ci sono dei girasoli che guardano il sole capirete che in questo momento ci sono due soli e che la luna è fra essi. E se i due soli si girassero, accadrebbe qualcosa di altrettanto inverosimile potreste vedere due lune, rifletteteci bene. Ora anche da questo concetto e questa ipotesi si verifica che delle donne si tatuino una stella universale sul polso della mano proprio per avere il giusto orientamento nello spazio appeso dell’universo.
e per quanto concerne l’alba e il tramonto potreste essere in grado di vedere due albe dello stesso sole – pressappoco vedendo il sole da una altezza di 1200 metri e una lontananza dal sol levante ch’è a est di circa 30 km diciamo su e giù sul mare, ora visto lo spuntare dai 1200 si scende al livello del mare della costa, diciamo e vediamo rinascere il sole dall’orizzonte e dal mare. Come del resto io avrei una curiosità, in quel che si chiama appena giunti all’interno della costa adriatica Monte San Marco, scendendo da essa o salendo ad un certo tratto di strada c’è un luogo abitato che si chiama San Pietro e che guarda la vallata del fiume Tronto fino al mare nelle chiare giornate, nella mia curiosità vorrei vedere e sapere, se quando il sole alza di quei mille metri prospettici circa dal mare o poco più da mostrare una ipotetica linea con San Pietro se il cupolone di Roma e Roma stessa s’illumina, con l’appesa luce del sole sul cupolone. Nel tempo sono intervenuti molti cambiamenti tra colline e appennini, ultimo il leggero innalzamento sul Monte Vettore e chissà le case, ma quanto il sole è così prospettico taglia la sua luce con il suo raggio di netto, come al tramonto vedo avvenire sulla cupola della chiesa che ò dinnanzi casa a ovest del sole e a est di San Pietro e con me in mezzo.
19 luglio 2018
Nella tappa di ieri al tour de France nelle salite alpine i corridori nella pur breve corsa sono entrati in pieno nel ritmo della montagna. Mentre alcuni avvertivano qualche crampo alle gambe ò commentato tramite mail dicendo che nelle salite come quella ci vuole il prociutto e l’acqua. Ora confermo questo, sia come ipotesi del pensiero che della relazione con l’avvenimento. Ma nella notte ò un po’ riflettuto su quel che per tanto tempo è stata la mia alimentazione. Allora dico per chi non lo sapesse o chi già avendolo letto, che per circa vent’anni sono stato vegetariano – dico presso i vent’anni e i quaranta. Facendomi le mie belle pedalate in modo piacevolissimo. In una giornata d’estate, stagione a me consona per il piacere di andare in bicicletta, oggetto che lascio completamente nell’inverno, per lo più, diciamo. Andavo in bicicletta nell’ora solare tra le una e le due, che corrisponde a quella legale tra le due e le tre. Voglio dire partivo per il percorso in bicicletta e che diciamo così tranquillamente per i 40km 50km nei saliscendi nelle colline, dico intorno casa e partendo dal mare vicino casa. Cosa mangiavo in quel momento, un piatto di pasta, del pomodoro fresco, condito con olio e sale e del parmigiano reggiano. Tornato dalla pedalata dove mi rifornivo nelle fontanelle di acqua dei miei percorsi, dopo aver fatto una doccia del bel melone e la sera la cena con una pizza. Ciò ovviamente per indicare un momento di quel periodo. A quell’ora non incontravo nessuno e facevo quello che mi è sempre piaciuto fare, pedalare in solitaria, con la salita, la bicicletta che fa la strada e io che la percorro. Ora che da alcuni anni questi sali scendi Marchigiani cominciano a conoscersi internazionalmente – spero anche per questo motivo d’inventare una classica che ò in mente da tanto tempo – Porto D’Ascoli, Castelluccio di Norcia passando per la salaria e salendo su da Arquata Del Tronto. Da quando ò detto questo pensiero tutti gli girano intorno ma non la vogliono fare – nel frattempo sono andato a fare tico tico alla montagna per una auaiana e tanto ò detto e tanto ò fatto che Ponzio Pilato a gettato la bacinella e il suo piccolo lago di Pilato in cima al monte Vettore, credo che anche questo anno non si è formato e non potremmo più salvare quei gamberetti d’acqua, unici in Europa che vi vivevano. La montagna aprendosi in ricordo dell’antico vulcano che era si è alzata bevendo il lago, mentre la piana ai suo piedi si abbassata dal suo livello. Il paese di Castelluccio di Norcia è stato preso nel mezzo, tra il racconto della terra che gira nell’universo e i fiumi e i laghi sotterranei che la popolano e si muovono tra i mari e le superfici del globo terrestre. Ora che immagino questa piccola gara ciclistica – io che sono stato sempre unico e non soltanto un primo, anche con un secondo e la frutta, lascio a chiunque volesse tale desiderio organizzativo, anche per esempio a quei pappagalli del rotari di Offida Picena che anno organizzato qualcosa d’internazionale nel ciclismo appunto nella città del serpente auro, ma anche delli funghetti dolci che sono la meglio cosa. Sennò si vedrà, a visto mai che dello meglio nasce il meglio. Ciao a Tutti.
23 dicembre 2017
Evviva la Befana. Che dire di più siamo prossimi all’avvento e alla epifania. Così come non sapere e ricordare il momento della Befana. Alla Befana bisogna scrivere una lettera e metterla nel camino – ci si deve parlare direttamente, come anche con Gesù Bambino o Dio che non a bisogno della lettera. Se non c’è il camino la si può lasciare anche fuori dalla finestra. Bisogna mettercela una settimana prima o qualche giorno. La Befana passerà a leggerla e se potrà ci porterà quello che gli chiediamo. Una volta scrissi alla Befana quando ancora non sapevo scrivere, mia madre mi disse di scrivergli ugualmente che lei avrebbe capito ugualmente. E posso dire che quella volta riusci’ a capire veramente. La Befana usa il modo che vuole e passa per il camino per portare e regali nella casa, e viene anche con il freddo e il gelo volando sopra una scopa. Se si è buoni la Befana è più buona, altrimenti si dice può anche non portarti nulla, ma la Befana è sempre buona. Ora io dico che se Nicole è la più bella Befana del mondo se l’acchiappo gli prendo la scopa e la tengo con me sperando che non si dica di avere visto Babbo Natale volare con la scopa della Befana. BUONE FESTE CIAO VI AMO
26 novembre 2017
Che dire come incominciò un tempo e un spazio nel tempo. Erano uno di quei giorni quando si passeggia in auto e si percorrono le strade un po’ per giungere più rapidamente e un po’ anche per vedere e conoscere. Sta che quel giorno in una di quelle strade cosiddette industriali, ciò per la zona e perché portano alle fabbriche. Ricordo che quel giorno, in quella settimana avevo già percorso quella strada, una volta all’andata e una al ritorno – per dove è un altra storia non attinente questa – e in quel giorno quando mi trovai a percorrerla al ritorno, in un tratto di quella strada industriale vi saranno state più di quaranta prostitute.
la prostituzione per quel che si voglia l’ò sempre pensata come un atto un po’ scemo di fare sesso, come timbrare il cartellino sul suo tempo senza neanche avere del tempo libero per capire e sentirsi per amare autenticamente l’altra persone.
E così giunto nei pressi di quel tratto di strada, queste donne che erano lì, tutte insieme
incominciarono a chiamarmi ed ad invitarmi, dico a gran voce, ripasso per di lì, e questa cosa accade ancora e poi ancora. Certo dissi ma cosa vogliono da me se non un po’ di soldi. Salto altri pensieri e decido di fermarmi e dopo aver visto scomparire la più carina, credo che chiesi cosa volesse da me a quella meno attraente, mi dissi che voleva salire in automobile. E così per un periodo affinando le minime possibilità di capire e di conoscenza nel breve tempo di questi possibili incontri praticai attraverso coloro che si incontravano i diversi perché di questo strano mestiere – che dicono essere il più antico del mondo. Del mondo e dei mondi che ruotavano intorno ai sentimenti delle donne che lo praticavano e del perché fossi finito in quel turbine.
Il nome che usai da a colora che me lo chiesero, fu Paolo, perché? bene dovevo in qualche modo redimere qualcuno e dare nome mi fu dato un giorno dalla madre di una donna che avevo vicina, dicendomi che ero come San Paolo che sopportavo la figlia. La qualcosa a me serviva per capire quale fosse l’attenzione che più o meno aveva la mia persona all’interno del mondo che navigavano queste persone, donne. Tutte mi conoscevano o molte mi conoscevano già prima che le avessi incontrare, ma nessuna aveva preso il mio numero di targa o pensato ad altro. E così capii che una parola giusta un momento d’identità ritrovata potevano essere determinati perché in momento altro di quella vita lì potessero scegliere altro. Alcune fuggivano dalla guerra altre obbligate forse, forse perché non era molto ben percepito da chi si faceva travolgere da quella strana sensazione di potere e logoramento. E così dopo avere saputo che in quel di Torino un tizio voleva parlare con me, perché la moglie di un certo Paolo che conosceva delle donnine, aveva pensato che fosse suo marito. Ma soltanto San Giuseppe svelò questo strano arcano e io.
La vita personale come le esperienze personali sono minime e massime allo stesso tempo e in ognuna di queste persone ciò avveniva come un turbine e le loro parvenze e storie in questi flesch di tempo sono espressive. Ma ricordando il tempo e il paragrafo qui menzionerò di quella volta che al contrario di tutte le altre volte dove ò incontrato donne sessualmente eccitate, tanto che quando non lo erano mi diceva alcuna in essa che oggi non era il caso, bene quella volta mi disse che era stanca dopo avermelo fatto capire e io le dissi che era lì per questo e che avrebbe fatto meglio di smettere, dopo che mi chiese cosa volevo da lei, e aggiunsi che io non sarei andato più con lei. O di quella Italiana che sbucò dal buoi della notte con il pollice da autostoppista che filosoficamente mi disse che avrebbe potuto fare sesso con me per soldi, che gli dissi che mi sarebbe piaciuto conoscerla per parlare con lei di tutte le sue esperienze di vita, e, che così l’accompagnai dove lavorava dicendole che l’avrei rivista per parlare, ma di stare attente con l’autostop perché al buio è pericoloso – e chissà forse pensava di avere un naso troppo greco – purtroppo morì investita poco dopo, così era scritto sopra un quotidiano. Insomma molte di loro si sono sposate, anno cambiata vita alcune si sono fatte ragazze madri, altre un po’ lo fanno e un po’ no. Alcune si sono moralizzate e credono che se qualcuno le invitata oltre essere pagate anche se non volevano e continuavano a chiedermi sesso in cambio di soldi – insomma il bisogno la necessità o l’incombenza ancora credono che l’ultimo pischello della catena il cliente è quello che determina la loro scelta di relazione. e così ricordiamo l’unico altro sesso – quello di una donna che vuole essere più donna e conoscere uomini che la trattano da donna e quella di una donna che ti propone un rapporto omosessuale, che rifiutai e che dopo un anno tornò mostrandosi nuda dopo il cambio del sesso morfologico, sulla strada e che io guardai soltanto e mi sembrò che lo avesse fatto perché voleva essere una lesbica, Bo! Insomma di baci non se ne danno, soltanto a tre un bacio ad una sulle sue morbide labbra scure un bacio all’amica di un amica e a colei che mi à fatto risvegliare una donna che credo non sapesse essere prostituta non lo era mai stata che mi à abbracciato e baciato l’unica a cui ò detto il mio vero nome e che quando gli ò detto della mia arte voleva venire via con me – e io gli risposi che fosse meglio che lei tornasse libera, via da quella situazione da sola. capii soltanto dopo che si erano invertite le parti. La conoscenza o l’esperienza reclamavano la mia realtà.
Simpaticamente mandatemi baci ma non chiedetemi sessoedenaro.
Titolo
12 dicembre 2016
evviva la befana che tiene il mondo con la scopa e ti dà sicurezza, perché viene e viene sempre anche se non sono caramelle chi sia carbone, perché la befana viene viene, perché anche a testa in giù mi fa godere. sa godere.
BUONE FESTE EVVIVA la BEFANA!
20 settembre 2016
1
La concordanza: il soggetto e il predicato.
Regole – ricordiamo che la preposizione è un pensiero o un giudizio espresso con parole; che i suoi elementi necessari sono due, soggetto e predicato; che il predicato è verbale (Tu ami) e nominale (Tu sei buono); che oltre al soggetto e al predicato vi sono generalmente altri elementi non necessari, detti complementi.
2
La concordanza: il soggetto e il predicato.
Regole. Quando i soggetti sono più d’uno, il predicato si mette nel plurale. Es. : Maria e Luisa colgono fiori; I gigli e i giacinti sono odorosi; Augusto e Tiberio furono imperatori.
3
La concordanza: l’attributo, l’apposizione, l’oggetto.
Regole. Ricordiamo che si chiama attributo qualsiasi aggettivo che si unisce al soggetto, al predicato, a un complemento per attribuirgli una qualità. Es. : Cade la bianca neve: Andammo tra le folte piante; Tu sei un buon ragazzo.
4
Usi del nome.
Regole. Ricordiamo che alcuni nomi hanno due prulari, uno maschile e l’altro femminile, il cui senso è diversi: ciglio, cigli e ciglia; filo, fili e fila; ecc. Ricordiamo anche che alcuni nomi nel singolare possono essere così maschili come femminili, variando però il significato: il camerata, la Camerata., il Trombetta, la trombetta; ecc.
5
Usi dell’articolo.
Regole. Ricordiamo che i nomi propri di uomo non vogliono l’articolo; che i nomi propri di donna lo prendono alle volte nel parlar famigliare; che i cognomi, fate alcune rare eccezioni di cognomi illustri, vogliono sempre l’articolo.
6
Usi dell’aggettivo.
Regole.
Gli aggettivi, come sapete, possono essere sostantivati. Ora, nell’uso della lingua, è accaduto che parecchi aggettivi sostantivati sia divenuti veri e propri sostantivi; come animale, latticinio, Natale, pastorale, ecc. Es. : Gli animali sono alle volte migliori di molti uomini.
7
Usi del pronome.
Regole. Ricordiamo che di regola me e te si usano come complemento: vengo con te; parlano di me.
Ma ora considerate questi esempi: Nessuno è svelto come te; Feliceme, se potessi dire altrettanto! Nessuno quanto me conosce i tuoi meriti; Pensando che io fossi te, mi accolsero malamente.
8
Usi del verbo: transitivi e intransitivi; le persone; gli ausiliari.
Regole. Ricordiamo che i verbi transitivi esprimono una azione che dal soggetto passa nell’oggetto; e che i verbi intransitivi sono quelli che esprimono uno stato o una azione del soggetto, e non possono essere seguiti dall’oggetto, bensì da un altro complemento. Non è detto che un verbo transitivo debba sempre essere seguito dall’oggetto.
9
Usi del verbo: il presente indicativo.
Regole. Ricordiamo che i modi sono finiti e indefiniti, finiti sono l’indicativo, il congiuntivo, il condizionale, imperativo. Indefiniti sono l’infinito, il participio, il gerundio. Il presente serve ad esprimere di regola un’azione che avviene nel momento stesso in cui si parla. O citazioni. 10
Sintassi del verbo: gli altri tempi dell’indicativo.
Regole. L’imperfetto dell’ndicativo indica un’azione che continua nel passato, o un’azione che accadeva già mentre ne accadeva un’altra. Es. Quell’anno, l’inverno era più rigido che mai, e la neve copriva i campi; quando entrai , Carlo è leggeva.
11
Usi del verbo: i tempi del congiuntivo, del condizionale, dell’imperativo.
Regole. Il congiuntivo è il modo della possibilità e della incertezza. I suoi tempi sono il presente, l’imperfetto, il passato e il trapassato.
12
Usi del verbo: uso dell’infinito.
Regole. L’infinito esprime in modo indeterminato l’azione e lo Stato. Quindi non ha né numero né persona. A bensì due tempi: il presente e il passato.
13
Usi del verbo: il participio e il gerundio.
Regole. Il participio non solo esprime in modo indeterminato l’azione e lo Stato, ma partecipa della natura del verbo e di quella dell’aggettivo. I suoi tempi sono due: presente è passato; il primo è attivo (amante), il secondo e passivo (amato). Ma coi verbi intransitivi (i quali, come sapete, non hanno passivo) anche il participio passato è attivo (andato, venuto, ecc.). Il participio presente e passato può essere usato come verbo e come aggettivo.
14
Usi delle parti invariabili.
Regole. Ricordiamo che l’avverbio è una parola che si aggiunge al verbo, all’aggettivo, o ad un altro avverbio, per modificare nel senso. Gli avverbi, secondo il loro significato, sono locali, temporali, modali.
15
Coordinate e subordinate.
Regole. Sintassi semplice e sintassi composta. Ovvero aggiungo io, nel periodo della frase cosa si fa e perche la si fa.
Il resto è come.
16
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16 agosto 2016
27 maggio 2016
l’esistenza è Vita e Libertà, libertà di amare, e, vita la libertà di essere amati. Si potrebbe presupporre che ci sia un antitesi nell’odio, ma ciò comporta che per assunto qualcuno possa impedire di amare. Come per dire che c’è una capacità e una scelta, siamo usciti però così dall’esistenza e vieppiù si è su un senso accademico. Ciò da per implicito che chi sa amare ama e chi sa odiare odia. Ora nel tempo della terra e dello spirito ci sono episodi che vivono ciò, ma di fatti sul piano accademico non è implicito ciò, perché vieppiù il significato deve essere questo: se io riesco ad amare chi non ama è perché non ne è capace, come altresì chi odia può in pectore dire se io odio chi non odia non ne è capace. In questo bel calderone della capacità finisce il concetto e cerca la sua determinazione. Ora torniamo all’esistenza in più un esempio, Gesù ama, il suo manifestarsi per ciò implica il superamento stesso del concetto, altresì Dio ama Gesù in sé per sé ma l’efficienza della determinazione che lo pone sulla croce, sembra separarlo dall’amore di Dio, per compimento sappiamo che ciò non è, e per realizzazione della sua vita la totalità dell’amore nella vita. Allora amare chi ti odia può apparire una forma di libertà, ma ciò può implicare che non si riesca ad amare, ma deontologicamente non si può essere informali nell’esistenza di essere liberi come di amare. Se possiamo abbandonarci alle possibilità dell’amore di Dio ponendolo nel modo di amare in presenza di se stessi, è imprescindibile che si sia disponibili ad essere Altrettando amati. Accademicamente ciò inficia nell’ascolto del voto o nella separazione sessuale. Ciò non impedisce per assunto dell’esistenza che si possa amare liberamente e lasciarsi amare da chi vuole amarti, di là e di fronte alle proprie paure con se stessi.
31 marzo 2016
17 marzo 2016 pasqua di resurrezione – come dire non mi sono perso neanche un sorriso nella vita. e molti li ò dati. e allora chi si ama non perde mai l’occasione di liberarsi di sé, del peso fesso delle convenzione e dell’umore delle opinioni. vuole conoscere e capire e quando ama vede Dio. non c’è più gioia grande e felicità di una giornata abbracciati così. per sempre.
Buona Pasqua
Patrizio Marozzi
28 dicembre 2015
Nicole, la più bella bellissima Befana del mondo, che se mi regalasse cenere e carbone, io l’abbraccerei e dopo gli direi, brava l’importate è che sei venuta. I desideri dei bambini sono sempre i migliori.Nicole, la più bella bellissima Befana del mondo, che se mi regalasse cenere e carbone, io l’abbraccerei e dopo gli direi, brava l’importate è che sei venuta. I desideri dei bambini sono sempre i migliori.Nicole, la più bella bellissima Befana del mondo, che se mi regalasse cenere e carbone, io l’abbraccerei e dopo gli direi, brava l’importate è che sei venuta. I desideri dei bambini sono sempre i migliori CIAO!
20 dicembre 2015 questa fotografia à per me una bella prospettiva è nel campanile del convento di San Giacomo in Monteprandone, visto dal cimitero.
ò aggiunto il link con le correlazioni del termine prospettiva Nevskij.
http://www.bing.com/search?q=prospettiva+nevski&FORM=HDRSC1
19 dicembre 2015
Uno foglio sottilissimo di poliestere metallizzato, vediamo come può essere fatto.
Non tutti sanno che se vi mettete sotto una coperta isotermica con un astronauta senza vestiti non vi vedranno. Ma se vi mettete dietro una finestra che a una coperta isotermica all’esterno non sarete visti ma voi vedrete tutto come se portaste degli occhiali a specchio. La parte dorata in più messa esposta al sole si scaldera anche con un pallido sole e muovera verso l’alto all’interno della stanza la temperatura – variabilmente – se esposta dalla parte argentata terrà fresca la stanza mantenendo la trasparenza dall’interno verso l’esterno. Può essere usata anche come carta di natale.
Se qualche astronauta avesse bisogno di qualcuno sotto la coperta puo cercarmi ò anche la coperta – l’astronauta anche se marziano lo preferisco donna.
Ciao Patrizio P.S.
Un saluto anche alla astronauta italiana Cristoforetti che spero sia tornata a guardare la luna con il naso in su e non soltanto a testa in giù.
15 dicembre 2015
Bene il mondo è losco o ci sono dei tipi loschi? Nel mio peregrinare tra le genti del mondo e i pensieri espressi tra gli incontri delle persone. Sovente nei miei tempi passati mi son trovato, per curiosità e piacere l’andare per conoscere persone e ambienti di più persone, dei più svariati e diversi tra loro. Or dunque sorvolando sopra tutte queste storie – un bel dì capitai in quel di San Fracesco di Sales – dove si potevano dare schiaffoni si faceva il dopo scuola e le messe a cui ò assistito erano di una durata infinità ed erano apostoliche romane. Io qualche volta ò provato a discutere di quel che diceva il papa – ma al papa bisognava solo obbedienza. Allora siamo sinceri quando sarei riuscito a beccare e sinceramente alla fine mi sono stufato. Ma lì era un luogo di tipi loschi quelli di Piergiorgio Frassati. Non ne sapevo molto e non ne so ancora molto apparte degli schiaffettoni che fanno losci. Poi seppi ritrovando alcune cose che mia nonna materna era stata fondatrice dell’associazione del losco Frassati Giorgio di Porto D’Ascoli in epocha in cui esso era vivo, credo – se non sbaglio. Ò raccolto un po’ di oggetti storici tra cui il fiocco in velluto e ricami dell’associazione, che potete vedere nella fotografia. Il libretto di pratica ostretica di Salterini, professione di mia nonna accompagnato sempre dal libretto del sacro cuore. Poi ci sono le pagelle dell’epoca balilla e, meravigliosa l’iscrizione e premo (più grossa di una laurea) della prima elementare di mia nonna paterna. Eppoi aggiungo ma dico alle giovani ragazzine impressionabili di non guardare se non vogliono della morte dolce di un bove ucciso da mio nonno Giovanni macellaio – che io ricordo sempre in giacca e gravatta e cappello. Di mio nonno a cui morì un fratello in Grecia e che non lo diceva mai ai presuntuosi che gli rifacciavano di non essere andato in guerra, simpatici amici o rompi scatole. Poi c’è la fotografia dell’allestimento della sua macelleria in Porto D’Ascoli per il giorno del corpus domini se non sbaglio, ma non sbaglio.
Ciao e grazie da
Patrizio
6 dicembre 2015
In questo anno vi faccio gli auguri in questo modo, parlandovi delle ossa e narrandovi delle ossa. Bene Buon Natale!
Allora molti nel mondo ad un certo punto della loro vita conoscono i reumatismi, essi sono parte di essa e chi in un modo o in un altro cerca di alleviare la fatica che ne deriva nella propria vita nelle ossa proprie.
Mia Madre Nata il 16 Agosto 1928 e recentemente morta il 27 settembre 2015 nel mezzo del cammino della vita, un po’ oltre dell’età vissuta scopri che era affetta da artrosi degenerativa. Mamma che mai si è arresa ai piaceri della vita come quello del negozio in cui à dimorato felice dal 1960 fin agli ultimi giorni. si imbrago di busto e collare cervicale per ridurre le infiammazioni e alleviare la sofferenza e vivere ancora i suoi giorni da mamma che anche lavorava. Un bel dì per problemi della circolazione del sangue, negli anni del 1980 – iniziò a prendere una pasticchetta di acido acetilsalicilico e notò nel tempo che anche la sensazione reumatica diminuiva o così ne prese due ogni mattina da 100 mg. Questa sostanza che à aiutato sicuramente altre persone, presa ad un basso dosaggio viene indirizzata dal corpo dove necessita e lentamente si adatta riequilibrandone le funzioni. Non tutti son forse convinti di ciò ma chi né avuto i benefici, non sa proprio che farci.
Pertanto un Augurio Di Buon Natale e Buone Feste Anche dalla mia Mamma Francesca, che avrebbe detto di vivere sereni e sperare nel buon Dio.
Ciao a presto Patrizio Marozzi P.S.
aggiungo una radiografia di alcune che ò ritrovate della schiena di mia madre – Ah! dimenticavo di dire che mia madre tolse il busto che l’aveva aiutata e il collare ed anche se io le dicevo che aveva una schiena miracolata lei non vi faceva caso e à sempre continuato a camminare. prendendo due pasticchette al dì.
28 ottobre 2015
In cuor loro ci sono persone che potrebbero viversi nello stare insieme. Ciò accade, ma ci sono molti in possibilità che non fanno ciò e in cuor loro possono trovarsi a vivere quel che possono nel loro cuore per donarsi al prossimo quando potranno.
Questi due ricordi sono parte della mia vita con mia madre, me li à lasciati in una borsa tra le caramelle e altre cose, incartati nella carta del suo negozio. Me ne sono ricordato perché voleva darmeli per raccontarmi alcune cose su di sé.
questo scritto che mia madre fece leggere ad un religioso, à dietro questo suo commento.
Un Caro Saluto a Tutti – Patrizio Le Ave Maria di mia madre
17 ottobre 2015 altre volte ne ò parlato – per chi si è trovato a vivere questi momenti e a chi vuole vederle – ma chi le à ascoltate è stato più fortunato. Ecco le partiture.
12 ottobre 2015
Già quando si dice un ricordo che ritorna per un’altra circostanza. Infatti l’altra sera ò ricevuto le condoglianze per la morte di mia madre da una persona che si è fermata davanti il negozio. Il giorno dopo mi è tornato alla mente il ricordo del padre postino, che veniva qui in negozio già da molto in pensione a leggermi o voleva lasciarmi le cose che scriveva con la sua nuova passione che aveva di essere scrittore. Alfredo, che è stato il primo postino di Porto D’Ascoli, che un bel giorno venne e disse a mia madre ò sognato Nannì e Dora che in paradiso mi ànno detto che stanno bene ed sono felici. Giovanni Cocciò e Addolorata, sono i genitori di mia madre, i miei nonni, con cui ò convissuto e vissuto. Che dire notizia migliore non poteva di certo ricevere al riguardo, a maggior ragione da un impiegato delle poste.
Ora proprio per questo, quando qualche tempo fa per motivi di sistemazione di loculo sono stati riesumati, trovandoli entrambi intatti nel corpo, “mi potrei dire cos’è il timbro postale”. Bene comunque mi piace pensarli felici in paradiso.
Un grazie ad Alfredo. Mamma
4 ottobre 2015
Il 27 Settembre La Mia Mamma Bella à lasciato la vita terrena – ed è per me colei che mi à fatto amare l’amore e la libertà. Mi à sempre detto di essere felice e sa dare ai momenti più semplici una grande intensità. è morta serena in coscienza e fede in Dio, come tutta la sua vita. Lascio qui alcune fotografie e pensieri in suo saluto.
8 settembre 2015
13 luglio 2015
Il suono di una goccia d’acqua che cade nella notte dal rubinetto al lavabo, per esempio può riempire l’ambiente con un suono come quello di un ohm autentico. Questo suono che viene così autenticamente percepito ma spesso udito senza essere identificato. Ricordo bene e ancora mi è possibile ascoltarlo che in un rubinetto la goccia che cade sul lavabo scede libera giù per lo scarico del lavandino – si sente il suono pieno di un ohm infinito. La prima volta che ascoltai questo suono così verificatosi pensai provenisse dall’esterno della casa così pieno e assoluto da non avere luogo. Quando concepii come si verificasse pensai proprio all’ohm. Ora mi scusassero tutti gli ohmmisti del mondo che si accontentano appunto di pronunciare ohm – in realtà si immagini per lo esempio venti persone che pronunciano questo ohm e una persona che da dentro sé tira fuori il suono dell’ohm ecco tutti gli ohm pronunciati si odono dentro questo. Può essere un modo per essere fuori e dentro appunto. Ma non dimenticate anche di essere insieme, magari dando una pacca sul culo ad una donna.
19 giugno 2015
Come una canzone cantata senza le parole il suono della voce con labbra chiuse, poi cambia anche il suono e il piccolo lago salato scompare senza saper perché. il mare e il fiume sono andati altrove e pian piano lo à prosciugato. i piedi di due persone stanno camminando su quella sabbia che può essere incerta, con un sorriso si guarda senza affondare nelle sabbie mobili. Così all’improvviso torna l’acqua come se il mare spingesse nella terra e il fiume spingesse il mare. Così lentamente il lago salato torna dov’era.
Un bacio a fior di labbra salate.
una frittata multipla?
4 marzo 2015
O diciamolo l’uovo al tegamino e’ buono, ma con questa variante della cottura – che sto per scrivere mi piace ancor di piu’.
Allora prendo il mio piatto in vetro – e’ un coperchio di un contenitore in vetro con cui cucinare altre cose con il forno a micronde. Diciamo quindi un piatto in vetro con dei bordi rialzati. Per due uova al tegamino puo’ bastare anche un normale piatto cupo.
Allora ci si mette un poco di acqua, un poco di olio, una sottiletta di formaggio, tagliata a strisce o a pezzettini e distribuita sul piatto. Si rompono le uova e si fanno cadere nel piatto
fanno cadere nel piatto – appunto con il tuorlo e il bianco. Il forno al micronde di solito condenza (o condensa) il rosso dell’uovo e puo’ farlo scoppiare – per ovviare cio’ basta con il coltello rompere il rosso tagliandolo leggermente. Ora potete cuocere e cosi’ gustarvi questo meraviglioso uovo al tegamino.
Tale modo di cottura e’ ottimo anche con il petto di pollo – in questo modo e’ molto morbido e l’olio in questo modo rimane leggere e quasi crudo.
E ora la frittata mutipla – che con il condimento descritto ancora non l’o’ cucinata. Quindi ricapitolando la base di acqua olio e sottiletta di formaggio – rompete l’uovo dividere il rosso e il chiaro. Quindi fare una frittata sbattendo soltando il rosso, che gia’ in se e’ gustosissima e cosi proviamo a condirla cucinandola. Con il chiaro insieme al condimento tagliamo e mettiamoci dei pezzi piccoli di patate e cuciniamola. La mangieremo buonissima.Credo.
Saluti e buon appetito Patrizio
9 febbraio 2015
nei pensieri e negli inganni non ci sono mai guadagni – ma cosa importa se la vita è soltanto una fatica. fatti uno spaghetto e vivi felicia.
è così che nella folle navigazione solitaria si partecipa al silenzio calmo e profondo. e allora aglio olio e peperoncino
però gli spicchi di aglio ancora chiusi nella loro buccia fatti cuocere nell’acqua che bolle, insieme agli spaghetti, poi tolti dall’acqua, olio extra vergine di oliva crudo e gocce di olio d’oliva al peperoncino così forte che due o tre sono nella navigazione e negli abbracci in alto mare. dovunque sei nel luogo giusto.
3 febbraio 2015
Compassione già con questa parola in italiano si esprimono degli stati d’animo espressi nel pensiero e nella parola. In realtà con questo termini si esprime un rapporto di simpatia, cioè partecipativo del sentimento e del suo esservi rivolto dalla persona alla comprensione del prossimo. Con l’empatia ci si sente dentro le emozioni e l’animo del prossimo. nella carità le persone trovano la partecipazione che si apre in ogni senso e significato per la comprensione dell’anima della persona. Digressione in questo tempo abbiamo un simpatico pontefice che ama fare il tonno – ovvero usa termini perlopiù legati alla specie e alla compartecipazione per specie, quali solidarietà e sociale. Sarà forse il tonno che ci conduce fuori dalla pancia della balena come Jona. Pressappoco? Ciao! Al prossimo dizionario a graffetta. PATRIZIO http://1drv.ms/16snCVO
27 gennaio 2015
Lo sapete che ve dico che l’importante è provacce E quando io ce provacce me sucesse così.
Oh c’era un tizio che me dice che conosce una. Ie dico Vabbe die di telefonamme e quello glielo dice e quella me telefona. Tanto che ce parlo – oh quasi me la dovessi da pia’ e tanto speculammo i sentimenti che quando dissi al tizio che ie disse de telefonamme – ie dissi io ma ch’è ebrea che se sente in colpa pure de facela con me. Tanto è che io non me ricordo proprio niente. E isso e essa a disse quasi a litiga ma ie l’ai detto tu o ie lo hai detto tu. Oh non ce credevano che l’avevo capito da solo. Ma la volete sapere la cosa incredibile è che io non la ebbi mai conosciuta. Che volete che ve dica non me la posso neanche ricorda’. E allora come faccio a scordarmela.
Scusate il linguaggio forbito ma questo è quanto. ciao con affetto a tutti.
8gennaio 2015
In Un Momento
In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato le rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose
P.S. E così dimenticammo le rose. da Canti Orfici Dino Campana
19 dicembre 2014
Molto tempo fa passai in una via di san benedetto del Tronto. Quella tra vecchia capitaneria di porto e la nuova. Vidi camminare una donna giovane molto bella. Non capii bene di dove fosse. Cercai di rivederla un attimo dopo e passai nuovamente in quel breve tratto di strada. Non vi era più e anche in seguito ripensandoci mi dissi che se era una dea poteva essere indonesiana. Ma.
Ora pensando in questi giorni al fatto dei due militari italiani incappati nella morte dei pescatori indiani. Ho pensato al mio periodo di leva militare e alle guardie che ho fatto. Quando ero nel periodo di addestramento. ho fatto molti tipi di guardia che cambiavano nelle diverse situazioni. Una volta in pieno giorno presso la caserma molto grande di addestramento ero davanti una delle diverse armerie pattugliavo da solo l’ingresso è il perimetro che lo accoglieva. E quando arrivò l’ispezione la frase di rito era.. altolachivala la risposta doveva essere capo posto con esenzione. Io dovevo dire capo posto avanti ispezzione alt. Riconosciuti potevano accedere. Io invece li guardai l’ufficiale di ispezione andò a firmare la bacheca e tornò verso di me con il capo posto e un poco arrabbiato mi chiese perché non avessi intimato al chi va la’. Risposi che dato la visibilità mi era sembrato inutile. Nel turno di notte passai nella parte più buia ai serbatoi e qualcosa di altro. La procedura era un poco diversa. Allora alla vista dell’ispezione dissi altchivala non avendo risposta misi il fucile in spalla e lo puntai. Era un ufficiale e non fece vedere più di tanto la strizza che gli prese e quando si fece prossimo dopo essersi fatto prontamente riconoscere mi chiese. Dissi non avendo io ricevuta la risposta di ispezione mi ero attenuto alla procedura. Erano i tempi del terrorismo e si era con il colpo in canna. Va.bene un.pacifista come me. Le guardie più suggestive negli antichi edifici. Una volta usati ora dismessi. Villa rei in Ancona dove non vi era ispezione e vi eravamo soltanto noi del corpo di guardia. Poi una volta in pieno inverno in un altro edificio antico anche se in una garritta in cemento con un grande pioppo secolare. Astemio che avevo bevuto una bustina di grappa che ci era data per scaldarsi. Oh sarà stata la grappa o il pensiero di una donna. Mi sono sentito il sesso duro che non c’è la faceva. Che se fosse venuta una brigatista mi avrebbe detto fanculo la lotta armata. Oh mi sono sparato una masturbazione che la garitta ancora geme.
Insomma in questa vicenda dei soldati e dei pescatori credo vadano considerate delle situazioni.
Prima tra tutte l’India e mi auguro che ci sia chi si è fatto prossimo alle famiglie dei pescatori e i loro credi anche religiosi. Poi la pratica oggettiva in cui questa situazione si verificata. Che non è né in un arbitrato internazionale né civile. Ma nell’ambito della propria giurisdizione militare.
Che dire io gli unici pirati che ho conosciuto sono quelli che patetica mente cercavano di fregarmi le ragazze che conoscevo al mare.
Saluti
Patrizio Marozzi
16 dicembre 2014
Per tutta la vita un tizio si guardò intorno – non seppe bene perché, quel che sapeva è che ogni giorno aveva un tempo. Ecco in uno di questi giorni si chiese come avrebbe fatto a far trascorrere il tempo in quel giorno senza che avesse a che fare con le cose degli altri giorni. Si disse se oggi trovassi qualcuno cui interessa la sincerità, sarei sicuro che oggi sono proprio in oggi, e, già! Ma dove dovrei andare a cercare qualcuno cui dire la verità che oggi potrei dire, e, su quali questioni della mia vita potrei dirla, si chiese. Devo essere sicuro che potrei essere per questo ascoltato. Bene si disse una donna potrebbe essere interessata a quel che ò da dirle di sincero, soltanto per il fatto che così anch’io potrei ascoltare le cose sincere che lei avesse da dirmi, e, quindi potremmo passare del tempo e tutta questa giornata insieme. Ora queste due persone, mettiamo in caso che s’incontrino, senza narrare in quale modo – ecco potrebbero parlare dei propri desideri dei propri problemi del tutto liberamente per l’intera giornata, scoprendo forse che anche in quel giorno non riescono a essere sinceri. E no! ti potrei dire se il tempo di questo giorno non è il tempo degli altri giorni vuol dire che riusciamo ad essere sinceri, altrimenti vuol dire che non lo siamo neanche in questo giorno. Credo che ogni giorno dovremmo essere sinceri, io sono sincero – ci dice quel tizio. Patrizio Marozzi
11 novembre 2014
se ci trovassimo in un deserto – e avessimo bisogno di acqua per il giorno e di calore per la notte. e si disponesse della possibilità di usufruire di tecnologia a basso impatto di costo e gestione, avremmo bisogno di un panello elettrico fotovoltaico o due e di un buon deumidificatore e una piccola stufa a basso consumo energetico.
In Cile – ànno desalinizzato l’acqua salata usando i tubi solari dove l’acqua si scalda al sole per condensare poi l’acqua salata e così desalinizzarla – o delle reti termico metalliche dove le goccioline scivolano in un serbatoio.
ora come appare chiaro l’uso del pannello solare e del deumidificatore per un piccolo abitat nel deserto si presta meglio a tale uopo per poter trovare nel deserto ciò che manca. Forse non tutti i deserti sono molto umidi e allora ci vuole più tempo per produrre acqua con il deumidificatore, forse bisogna migliorare la sua collocazione in ambiente.
Ciao!
Patrizio
4 novembre 2014
Muro stuccato da Patrizio Marozzi
16 ottobre 2014 guardando un film possiamo pensare di essere in osservazione di qualcosa che avviene nella realtà in effetti quel che guardiamo non è niente altro o soltanto o molto di più che un quadro ogni figura che ci viene rappresentata un quadro artisticamente espresso questa è la presentazione che noi abbiamo in un film che noi vediamo il suo quadro così come fotografia per la presentazione anche di qualcosa che vuole esprimere questo concetto questo punto di vista o visuale non è molto esplicito e l’esperienza è nella visione di un film o della sua apparenza spesso non si riesce a capire che appunto la visione riprodotta appunto in quadro come fosse una pittura è che la realtà che ci viene mostrata è legata sì all’immagine di questo quadro ma per l’appunto fuori tra la realtà e la figura della persona che osserviamo nel quadro i quadri viventi di Gilbert e George ci mostrano perfettamente questa realtà concettualizzare è appunto rappresentata anche in uno spazio vivente per l’appunto come la rappresentazione della rappresentazione fatta da gilbert e george. Ma qualora noi ascoltassimo avremmo possibilità di vedere Gilbert George come appunto fossero in un quadro non li vedremo e la loro rappresentazione per quadro vivente ma appunto Del quadro
6 ottobre 2014
sono la pioggia il vento e il “fulmine”.
13 settembre 2104
5 settembre 2014
XXVI – IL PENSIERO DOMINANTE
Dolcissimo, possente
Dominator di mia profonda mente;
Terribile, ma caro
Dono del ciel; consorte
Ai lúgubri miei giorni,
Pensier che innanzi a me sì spesso torni.
Di tua natura arcana
Chi non favella? Il suo poter fra noi
Chi non sentì? Pur sempre
Che in dir gli effetti suoi Le umane lingue il sentir propio sprona, Par novo ad ascoltar ciò ch’ei ragiona.
Come solinga è fatta La mente mia d’allora
Che tu quivi prendesti a far dimora!
Ratto d’intorno intorno al par del lampo
Gli altri pensieri miei
Tutti si dileguàr. Siccome torre
In solitario campo,
Tu stai solo, gigante, in mezzo a lei.
Che divenute son, fuor di te solo,
Tutte l’opre terrene,
Tutta intera la vita al guardo mio!
Che intollerabil noia
Gli ozi, i commerci usati,
E di vano piacer la vana spene,
Allato a quella gioia,
Gioia celeste che da te mi viene!
Come da’ nudi sassi
Dello scabro Apennino
A un campo verde che lontan sorrida
Volge gli occhi bramoso il pellegrino;
Tal io dal secco ed aspro
Mondano conversar vogliosamente,
Quasi in lieto giardino, a te ritorno,
E ristora i miei sensi il tuo soggiorno.
Quasi incredibil parmi
Che la vita infelice e il mondo sciocco
Già per gran tempo assai
Senza te sopportai;
Quasi intender non posso
Come d’altri desiri,
Fuor ch’a te somiglianti, altri sospiri.
Giammai d’allor che in pria Questa vita che sia per prova intesi,
Timor di morte non mi strinse il petto.
Oggi mi pare un gioco
Quella che il mondo inetto,
Talor lodando, ognora abborre e trema,
Necessitade estrema;
E se periglio appar, con un sorriso
Le sue minacce a contemplar m’affiso.
Sempre i codardi, e l’alme
Ingenerose, abbiette
Ebbi in dispregio. Or punge ogni atto indegno
Subito i sensi miei;
Move l’alma ogni esempio
Dell’umana viltà subito a sdegno.
Di questa età superba,
Che di vote speranze si nutrica,
Vaga di ciance, e di virtù nemica;
Stolta, che l’util chiede,
E inutile la vita
Quindi più sempre divenir non vede;
Maggior mi sento. A scherno
Ho gli umani giudizi; e il vario volgo A’ bei pensieri infesto,
E degno tuo disprezzator, calpesto.
A quello onde tu movi,
Quale affetto non cede?
Anzi qual altro affetto
Se non quell’uno intra i mortali ha sede?
Avarizia, superbia, odio, disdegno,
Studio d’onor, di regno,
Che sono altro che voglie
Al paragon di lui? Solo un affetto
Vive tra noi: quest’uno,
Prepotente signore,
Dieder l’eterne leggi all’uman core.
Pregio non ha, non ha ragion la vita
Se non per lui, per lui ch’all’uomo è tutto;
Sola discolpa al fato,
Che noi mortali in terra
Pose a tanto patir senz’altro frutto;
Solo per cui talvolta, Non alla gente stolta, al cor non vile La vita della morte è più gentile.
Per còr le gioie tue, dolce pensiero,
Provar gli umani affanni,
E sostener molt’anni
Questa vita mortal, fu non indegno;
Ed ancor tornerei, Così qual son de’ nostri mali esperto,
Verso un tal segno a incominciare il corso:
Che tra le sabbie e tra il vipereo morso,
Giammai finor sì stanco
Per lo mortal deserto Non venni a te, che queste nostre pene Vincer non mi paresse un tanto bene.
Che mondo mai, che nova
Immensità, che paradiso è quello
Là dove spesso il tuo stupendo incanto
Parmi innalzar! dov’io,
Sott’altra luce che l’usata errando,
Il mio terreno stato
E tutto quanto il ver pongo in obblio!
Tali son, credo, i sogni
Degl’immortali. Ahi finalmente un sogno
In molta parte onde s’abbella il vero
Sei tu, dolce pensiero;
Sogno e palese error. Ma di natura,
Infra i leggiadri errori,
Divina sei; perchè sì viva e forte,
Che incontro al ver tenacemente dura,
E spesso al ver s’adegua,
Nè si dilegua pria, che in grembo a morte.
E tu per certo, o mio pensier, tu solo
Vitale ai giorni miei,
Cagion diletta d’infiniti affanni,
Meco sarai per morte a un tempo spento:
Ch’a vivi segni dentro l’alma io sento Che in perpetuo signor dato mi sei.
Altri gentili inganni
Soleami il vero aspetto
Più sempre infievolir. Quanto più torno
A riveder colei
Della qual teco ragionando io vivo,
Cresce quel gran diletto,
Cresce quel gran delirio, ond’io respiro.
Angelica beltade!
Parmi ogni più bel volto, ovunque io miro,
Quasi una finta imago
Il tuo volto imitar. Tu sola fonte
D’ogni altra leggiadria,
Sola vera beltà parmi che sia.
Da che ti vidi pria,
Di qual mia seria cura ultimo obbietto
Non fosti tu? quanto del giorno è scorso,
Ch’io di te non pensassi? ai sogni miei
La tua sovrana imago
Quante volte mancò? Bella qual sogno,
Angelica sembianza,
Nella terrena stanza,
Nell’alte vie dell’universo intero,
Che chiedo io mai, che spero
Altro che gli occhi tuoi veder più vago?
Altro più dolce aver che il tuo pensiero?
Dev’essere cosa già notata che, come l’allegrezza ci porta a comunicarci cogli altri (onde un uomo allegro diventa loquace quantunque per ordinario sei taciturno e s’accosta facilmente a persona che in altro tempo avrebbe, o schivate o non facilmente trattate ecc.) così la tristezza a fuggire il consorzio altrui e rannicchiarsi in noi stessi co’ i nostri pensieri e col nostro dolore.
Ma io osservo che questa tendenza al dilatamento nell’allegrezza, e al ristringimento nella tristezza, si trova anche negli atti dell’uomo occupato dall’uno di questi affetti, e come nell’allegrezza egli passeggia muove e allarga le braccia le gambe, dimena la vita, e in certo modo si dilata col trasportarsi velocemente qua e là, come cercando una certa ampiezza; così nella tristezza si rannicchia, piega la testa, serra le braccia incrociate contro il petto, cammina lento, e schiva ogni moto vivace e per così dire, largo. Ed io mi ricordo (e l’osservai in quello stesso momento) che stando in alcuni pensieri o lieti o indifferenti, mentre sedeva, al sopravvenirmi di un pensier tristo, immediatamente strinsi l’una contro l’altra le ginocchia che erano abbandonate e in distanza, e piegai sul petto il mento ch’era elevato.
XII – L’INFINITO
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
26 agosto 2014
Mi sembra un poco diciamo strano che con la sensazione di volermi riposare scriva di un tempo così lungo come quello che può riguardare un appassionato di alta fedeltà . Per intenderci aifai. Pronunciato legato ma scritto staccato . E appunto questo termine per definire la.migliore fedeltà della fonte sonora registrata riprodotta con la migliore fedeltà dell origine . La base per ogni vero appassionato di alta fedeltà era il rapporto prezzo qualità . Che vuole significare la sintesi migliore nel mettere insieme gli apparecchi elettronici per la riproduzione sonora . Che vuol dire che non si ottiene il massimo spendendo il massimo . Un impianto sonoro di alta fedeltà è formato non soltanto dall’ambiente acustico ma da un amplificatore le casse acustiche e il riproduttore la fonte sonora . Da quando si è evoluta l’alta fedeltà partendo dagli stati uniti d’America sono trascorsi molti anni . Ma sicuramente ci sono ancora persone che anno nel proprio impianto prodotti progettati negli stati uniti poi avrà sicuramente dei componenti giapponesi e forse ora qualcosa di cinese . Perché un impianto di aifai può crescere in molti molti anni . Non bisogna dimenticare comunque che il gusto della cassa acustica è sempre stato personale. Dopo questa ridotta premessa voglio parlare di ciò di ciò che sembra l’ultima avanzata . Almeno nel mio impianto . Quindi dico che dopo l’avvento della massima sintesi del circuito elettrico tra la fonte sonora e la cassa acustica . Ovvero la fonte la manopola del volume i finali la cassa acustica. E allora mi sono chiesto in che modo ottenere profondità dal circuito e massima pulizia elettrica fin a riprodurre il suono a valvole senza una vera valvola e senza le distorsione di costoro . Quindi diciamo che il suono ora inizia fuori dal l’amplificatore e prima della manopola che va diretta ai finali . Allora ho aggiunto un gruppo di continuità con stabilizzatore da seicento watt . E un particolare prodotto che sembra che la ditta non produca più con questo circuito particolare . Questo pulisce molto bene le alte frequenze . Poi ho aggiunto uno stabilizzatore di corrente da ottocento watt che ha migliorato ancora il suono complessivo è poi ancora qualcosa che non ho più trovato che è una spina di protezione per compiuter con un autput da 3500 watt come una super valvola che da una grande profondità al suono poi sul circuito del mio amplificatore il costruttore a messo un controllo del voltaggio . È bene ricordare che le casse acustiche abbiano un cross over senza frequenza di taglio e un vero cavo ad alta efficienza che le colleghi al l’amplificatore.
essere o non essere, essere o avere, esserci, essere.
22 agosto 2104
Un giorno un però albero disse a una persona: Tu non sai fare le pere!
Rispose la persona dipende da cosa tu intendi per pere; comunque tu continua ad essere ciò che fai.
il riso di notte con o
12 agosto 2014 la notte vengono sempre molti pensieri ma cosa c’è di meglio di un sapore gustoso gustato abbondantemente e ripreso fino a farmi Gran pasto. e così in piena notte tra sguardi belli e felici mi sono ricordato di quel meraviglioso risotto fatto con o senza Zafferano e allora anche se il risotto di codesto fa lo abbiamo e lo ha mangiato da tanto tempo per questa occasione mi son destato nel farlo con il forno a microonde e la speranza di saper che venisse come io volevo che sia fatta meraviglia delle meraviglie ho preso il recipiente in ceramica VIA versato un gran sorriso riso per 4 o 5 persone abbondante messo due dati classici insomma per intenderci di carne panetto di burro oltre 100 grammi o 100 grammi tagliata una bella cipolla grande anche un pochino verde un pochino a metà facendola a fette fettine tutta quanta la metà della cipolla ho versato l’acqua coprendo tutto quanto fatto cuocere per 30 40 minuti quel che è uscito fuori è già una meraviglia poi ho messo sul piatto porzione di riso che poi stato ripreso riprese insomma molto molto gustato e sopra un gran parmigiano questa è stata una meravigliosa esperienza ora è un’esperienza di notte grazie per l’ascolto.
una tagliatella dammattisse.
10 agosto 2104
De fatti dopo aver fatto del brodo o minestra facendo bollire della carne macinata e un dado vegetale – si cuociono le tagliatelle, vi si mette il brodo e la carne macinata, olio crudo extra vergine di oliva e parmigiano. Fare bene insaporire la pasta con il brodo prima di mettere gli altri ingredienti.
8 agosto 2104
8 agosto 2014
Un bel battuto per antipasto – alici sotto olio burro e prezzemolo – tagliate battendo formando una pasta che spalmerete sui vostri crechers. Io la magio così sin da quando “sono bambino.
7 agosto 2014 un giorno televisivo nel microspazio dell’incontro dove qualcosa è possibile di là dell’impossibile calcolo del prima e del dopo di persone in emergenza.
2 agosto 2104
Tra le paste fresche la pasta all, uovo è quella che meglio e più spesso si fa, ma per meglio ottenere il risultato della pasta mal tagliata è possibile anche prendere la pasta all’uovo essiccata, magari stesa e spezzare prima di buttare a cucinare. Per la riuscita eccezionale della maltagliata prendere la pasta nella forma delle tagliatelle e pappardelle e fettuccine.
Buon appetito Patrizio
31 luglio 2014
E sì sembra una parafrasi concettuale di una pubblicità fatta da Fellini con quel suo meraviglioso – quel che resta del giorno – fatta per una marca di pasta e per l’appunto proprio del rigatoni, onorato e meravigliosamente conclamato. E questa perifrasi che mi è ora venuta alla mente per dire che effettivamente il rigatone à un suo sapore – l’altro giorno mi son trovato a pensarlo e a voler condire con dell’uovo sodo frantumato, dell’olio extra vergine di oliva e formaggio parmigiano reggiano – ma quando sono andato per prendere la pasta, il rigatone era silenzioso non c’era è venuti fuori un buonissimo spaghetto, ma con questo semplice condimento il rigatone à un sapore migliore.
Ciao
Patrizio
23 luglio 2104 insomma un tizio, diciamo me medesimo incontra un gruppo di ragazuole con le braccia conserte mentre lui à nella busta della spesa un pacco di pasta – e, l’eloquenza vien d’uopo e spontanea – qui non cucina nessuno mangiate tutte da sole.
difatti se si mette a cucinare un uovo in un forno a microonde – uovo al tegamino, o per ipotesi scaldare un uovo sodo, quasi sempre imprevedibilmente o molto prevedibilmente l’uovo esploderà nel forno. Allora per l’uovo è sicuramente meglio non usare il forno al microonde – per la frittata no; di essa è possibile farla nel forno con le microonde, senza olio o condimento e una spruzzata di limone sopra oppure con del pomodoro spaso nel piatto con sopra l’uovo per la frittata e infilata nel forno.
La pasta può essere cotta con tanti sughi più o meno rapidi da realizzare o anche condita, per esempio uno spaghetto aglio, olio e peperoncino può essere fatto e condito con un po’ di olio crudo e delle gocce di olio al peperoncino magari di uso dei marinai così concentrato che con poche gocce tutto si amalgama al piccante – del resto le infinite forme della pasta sembrano dire a chi non le à mai gustate che siano fatte solo per l’occhio in realtà, uno stesso sugo può essere gustato in sapori diversi a seconda della forma della pasta e il tempo di cottura che si dà a quest’ultima. insomma siamo sinceri se volente gustarvi una donna è come un sorriso.
Saluti
Patrizio
15 luglio 2014Senza categoriapatriziomarozzi Modifica http://it.wikipedia.org/wiki/Olive_all%27ascolana#Il_marchio_DOP a prescindere dal fatto di come sia veramente fatta l’oliva all’ascolana che si vede nella foto che ovviamente qualche birbaccione a semplicemente fritto l’oliva senza il ripieno che però è descritto – come dire che bisogna provare per capire – si può dire che se ne mangiano molte può essere un bellissimo piatto unico – e per mangiarle ancor di più invece di friggerle nell’olio si possono così come sono cucinarle nel forno al microonde – diciamo a 400 watt il morbido dell’olive cuoce e si diffonde gustosamente – io le mangio così e mi piacciono molto. Saluti
Patrizio
due ricette e una prova di ….
13 luglio 2104 nella foto potete osservare la strana forma del mio pane realizzato con un forno a microonde – buono da mangiare. Questo è stato il mio primo pane e ò usato un recipiente più adatto a realizzare un panettone di milan – per chi non sapesse cosa sia. Quindi la prossima volta che farò un pane lo farò sicuramente con una forma migliore – e forse riuscirò a fare anche un panettone dolce milanese”.
aggiungo dato che ci troviamo due brevi ricette estive, dopo aver cucinato del riso con il forno a microonde, vuol dire mettere il riso in un recipiente di ceramica o vetro versarvi dell’acqua infilarlo nel forno e farlo cucinare dai venti ai trenta minuti – a piacere dei vostri gusti, tirarlo fuori e quel sughetto che avete fatto con degli ottimi pelati semplicemente spezzettandolo e scaldandolo, lo verserete sul riso e con esso ben lo amalgamerete – poi ciò fatto verserete ancora nel riso una scatola di tonno all’alio d’oliva che ben amalgamerete con il riso con il sugo al pomodoro, adesso potete gustarlo e godervelo.
ancora, potete cuocere un bel piatto di mezze penna – anche al microonde lasciale in bianco così senza sale -versare dell’olio crudo e spruzzarci del succo di limone una grattatina di parmigiano e potete gustarle con il sapore che avete scelto anche in base all’olio che avete voluto utilizzare per condimento.
Ciao
Patrizio
.
11 luglio 2104
Flussa un ricordo, flussa un accordo ma c’è sempre dove appare quel disaccordo.
Flussa il presente cambia l’accordo la musica vive il suo disaccordo, se termina prima è perché mai dopo terminerà.
Flussa il presente canta la voce l’armonia è quella che dice.
l’invisibile fotografico dell’ultimo sogno dell’anima di una farfalla
6 luglio 2104
26 giugno 2104
Il vuoto guardava, molto stranamente quel che aveva intorno – e credo che proprio non capisse quel che vedeva. Così come fosse all’improvviso sopraggiungeva Bragalone che con voce eloquente esclamava – Eccomi qua, son qua mi si vede, come sto. e dunque son così, finiva per dire al vuoto che intorno guardava. Ecco fu così che Bragalone si ricordava di quei momenti che diceva essere per se stesso i più belli e felici – e, proprio che nessuno ne aveva detti altri a se stesso. Così Bragalone si beava e sorrideva proprio lì in quel momento che sembrò vuoto.
4 giugno 2014
leggi anche assi metriche: in http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/assi-metriche-/
e – http://it.wikipedia.org/w/index.php?search=assi+metriche&title=Speciale% 3ARicerca&go=Vai
Il giorno anche della zucchina. La forma lo spazio il tempo e il concetto.
11 aprile 2014
Un bel giorno una melanzana disse al proprio cocomero – Quanto vorrei essere felice. Se potessi disse il cocomero mi trasformerei in melone, se ciò ti fa felice. Che cocomero che sei disse la melanzana al suo cocomero, non capisci che ti preferisco rosso. Il cocomero restò un attimo pensieroso, poi disse, vuoi dire grosso? Mi sembri alquanto strano, mio caro cocomero se pensi ciò, che credi che io sia una melanzana, che perdo la grrrr, quando pronuncio grosso? Non direi! Disse ancora il cocomero in modo un po’ brusco, non avrei mai potuto, mai immaginare che per questo tu possa essere una melanzana, per il semplice motivo che ti ò vista sempre per ciò che sei. Scusa se ti chiedo, caro il mio cocomero, e che cosa sarei io? Mi sembra ovvio risponde il cocomero, sei una melanzana! Ah sì! E se io ti chiedessi – Che sei un carciofo! Tu cosa penseresti di essere? Ovviamente un cocomero risponde il cocomero alla melanzana. E, dice la melanzana e perché non puoi dire di essere un carciofo? Cara la mia melanzana, se mi ài chiesto se sono un carciofo, è, perlomeno ovvio che tu conosca com’ è fatto un carciofo e pertanto lo vedi da te stessa che non sono un carciofo e non comprendo perché non dovrei essere un cocomero. Vuoi forse tu credere che io possa diventare un carciofo, ma allora vorrei sapere e tu dovresti spiegarmi perché vuoi questo. Difatti cara la mia melanzana io non posso essere che il tuo cocomero.
1 aprile 2104
Di giorno in giorno quell’uomo che cercava il pesce usciva in barca con una grande barca e una canna da pesca di quelle speciali. Quando gettava la canna con le sue esche non poteva non sperare di prendere un pesce sempre più grande da mostrare come trofeo e vanto. Insomma non era proprio di quelli che dormivano, anzi diceva sempre di sé che lui era uno che pigliava i pesci. Un bel giorno mentre tirava su un grande pesce, più grande di ogni altro che avesse pescato prima, disse a se stesso, proprio con un gran vanto – Chissà perché ogni giorno questo pesce mi viene a cercare – e lo disse in modo tale che pensava che nessuno lo avesse ascoltato, quando all’improvviso il pesce disse – Caro il mio pescante io vengo ogni giorno a cercarti, proprio per non farti dormire e capire quanto riuscirai a svegliarti per capirlo – poi il pesce si dette una scrollata così forte e riuscì a saltare dalla barca e tuffarsi in acqua. Il pescatore rimase a bocca aperta, e, andò a comprarsi un pesce come quello da mostrare come trofeo per il suo essere sveglio.
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22 marzo 2014
21 marzo 2014
Io ò un sintetizzatore – che in realtà ne sono due. Uno polifonico e uno monofonico. Ovviamente le preselezioni della sezione polifonica sono combinabili tra loro – come quelle della sezione monofonica che à anche una sezione di cursori con onde e quadre. I due sintetizzatori possono essere suonati separatamente, nel senso che la tastiera può essere soltanto polifonica o solo monofonica, ma anche contemporaneamente polifonica e monofonica, o, dividere la tastiera in una parte soltanto monofonica primaria oi secondaria e viceversa quella polifonica. Insomma è un po’ di tempo che non la suono. Questo sintetizzatore era della Siel progettato e realizzato qualche decennio fa ovviamente analogico – e l’unica cosa che sognai oltre le cose che mi permetteva, fu subito la tastiera dal tocco dinamico, non ancora inventata. Questo sintetizzatore entrava sul mercato costruito a qualche minuto d’auto da dove abito a Porto D’Ascoli. Come successe a molte realtà Italiane in molti settori per la loro qualità – divenivano costruttori contemporaneamente anche dei prodotti già internazionali pur dando a questi prodotti il marchio di questa azienda richiedente. Non so se sia anche ciò che è successo alla Siel quando à iniziato a costruire per la Roland, sino all’acquisizione da parte della Roland della Siel. Difatti io non ò mai conosciuto nessuno di questa azienda – e quando acquistai dei prodotti Roland, ricordo che telefonai alla sede di Milano, chiedendo quel che cercavo e intendevo per realizzare la musica che volevo – fui meravigliosamente consigliato – e il pacchetto comprendeva anche un programma per compiuter che riusciva ascrivere le partiture op dalla partiture suonare – mai usato, specificai che era molto bello ma quel che principalmente m’interessava era la qualità dei timbri degli strumenti, insomma il suono dell’infinito mondo degli strumenti del suono. Mi giunse tramite corriere che pagai contrassegno e non seppi se in definitiva prima di portarmeli fosse semplicemente passato ad Acquaviva e poi a casa mia, comunque sono prodotti Roland Made in Italia.
Ora voglio dire che negli ultimi anni abbiamo assistito sempre più, forse per cause politiche, a un mondo che si faceva partecipe di attenzione e dipendenza, proprio il contrario di ciò che à sempre trainato l’Italia e il mondo. Sicché la dismissione delle aziende sembra portare i sistemi in loco e in fin internazionalmente a perdere la struttura i macchinari e la progettualità, ciò mi appare qualcosa di assurdo, in generale, e che ci possano essere sovrastrutture che determinano questo cagionevole.
La Roland di Acquaviva picena sembra voglia essere dismessa dalla Roland non per motivi economici direttamente legati né alla qualità né alla vendita dei suoi prodotti – aggiungo io forse per ripianare qualche credenziale di qualche banca forse in crisi, in qualche parte del mondo, potrebbe essere questa o un’altra ipotesi poco importa con quali meccanismi si giunge alla possibile chiusura di un’azienda attiva. Quello che mi piacerebbe sapere è che ci possa essere ancora continuità per un azienda italiana che nel mondo dell’elettronica applicata à dato molto di più di molte altre nel mondo.
Tanti saluti a tutti ovunque nel mondo. Patrizio Marozzi
don gelmini la verginità con la aids
13 marzo 2104
Don Gelmini in tivu’ ” perche’ ho scelto di vivere con l’ AIDS ”
questa sera su Raidue per ” Coraggio di vivere ” andra’ in onda un’ intervista a don Gelmini, che nel 1991 si e’ fatto iniettare il virus dell’ AIDS per sperimentare un vaccino. alcuni brani
———————— PUBBLICATO —————————— Rai 2 intervista il sacerdote TITOLO: Don
Gelmini in tivu’ “Perche’ ho scelto di vivere con l’
Aids” – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – Vivere con l’ Aids. Dopo la recente testimonianza del giornalista Giovanni Forti, questa sera su Rai Due andra’ in onda un’ intervista a don Pierino Gelmini, il sacerdote che nel marzo 1991 si e’ fatto iniettare il virus dell’ Aids per sperimentare un vaccino. Il sacerdote, che dirige una comunita’ per il recupero dei tossicodipendenti, aprira’ la puntata di “Coraggio di vivere”, programma di attualita’ in onda alle 22.15, subito dopo il film “Il tempo di vivere” (storia di un emofiliaco che contrae l’ Aids a causa di una trasfusione). Durante la trasmissione, verra’ presentato anche il primo dei
10 spot sull’ Aids realizzati in collaborazione col ministero della Sanita’ . L’ intervista a Don
Gelmini e’ stata registrata nella comunita’ “Incontro” di Amelia (Terni) davanti ad uno dei “suoi” ragazzi che sta morendo di Aids. La vicenda del sacerdote settantenne che attende che il virus Hiv si faccia strada nel suo corpo, continua a dividere gli esperti e anche all’ interno della sua stessa comunita’ c’ e’ chi non nasconde i dubbi su questa scelta. A cominciare appunto da Davide, 29 anni, malato terminale di Aids: “Io lo capisco, ma non lo approvo . dice .. Perche’ se dovesse star male non potremmo mai sostituirlo”. Ma lui replica che la sua “prova” dovrebbe dare “piu’ speranza, non con le parole ma coi fatti”. Ecco alcuni brani dell’ intervista. Don Pierino, non ha paura del suo futuro? “Ho paura di soffrire, non di morire. So che devo morire. Eppure vedendo la forza di Davide e degli altri mi faccio coraggio”. Come sta, Don Gelmini, dopo il richiamo del vaccino anti.Aids? “Abbastanza bene, anche se ho delle tensioni psicologiche, mi sento un po’ stanco pero’ sto bene grazie a Dio. Sono tranquillo anche quando leggo cose cattive. Recentemente un sacerdote mi ha mandato una lettera aperta dicendo “Perche’ non hai fatto un referendum tra i tuoi ragazzi? La tua vita non ti appartiene”. Proprio perche’ non mi appartiene piu’ ho fatto un gesto che e’ piu’ di appartenenza a loro”. Perche’ proprio lei doveva fare questa scelta: non potevano farla altri? Ci sono gia’ altre “cavie”. “Si’ , ci sono anche altri, ma perche’ non io? Non l’ ho capito, sembra quasi che io fossi destinato a non morire mai. Credo in Dio e Dio potra’ aiutarmi”. Ci sono state molte reazioni a questo suo gesto: qual e’ quella che l’ ha piu’ consolata e quale l’ ha piu’ ferita? “Quella che mi ha piu’ consolato e’ la lettera di Madre Teresa di Calcutta. Mi dice “Si’ , Don Pierino, fallo serenamente… e’ per i tuoi figli”. Cio’ che piu’ mi ha ferito? Quelli che hanno pensato che l’ avessi fatto per esibizionismo: li’ il mio orgoglio e’ stato colpito”. In questi anni ha seguito tanti ragazzi come Davide, malati di Aids. Che cosa le hanno insegnato? “Mi hanno insegnato un grande senso di dignita’ . Un uomo che soffre e’ prezioso”. R. I.
(14 marzo 1992) – Corriere della Sera
7 marzo 2104 mi scuso con ogni baccalà se lo avessi confuso con uno stoccafisso.
il baccalà con sedia sere il baccalà non sa di essere è per questo che tutti baccalà che sanno quel che sono finiscono per fare gli stoccafisso sì come gli è stato detto dal baccalà prima che diventasse stoccafisso s lo stoccafisso continua ad essere un gran baccalà a qualcuno piace di più con le patate lo stoccafisso e anche il baccalà per questo il baccalà giorno dopo giorno pur essendo stoccafisso rimarrà sempre un baccalà punto
Il secondo baccalà non sapeva del primo baccalà per questo tutti i giorni pensavo di essere uno stoccafisso quando si rese conto che invece è un baccalà penso al suo primo baccalà e disse ma com’era stoccafisso e e per questo lo stoccafisso e baccalà dello stoccafisso tanto che a quel punto tutti pensarono meglio un baccalà e stoccafisso lo stoccafisso this è meglio baccalà che io sto fisso ma comunque sia lo stoccafisso è sempre un baccalà this ma non si sa se possiamo dissero ma non si sa se poi sia vero
2 marzo 2104
Immagino la Russia che si sente assediata da mondi in fuga tutto intorno, e mi chiedo ma dove vuole andare, se non restare nel mondo. Spero che un giorno le persone pensino meno alla paura e al controllo e si dedichino più gli uni agli altri – in questo pianeta che ormai parla da vicino ma sembra ancora cercare un primato che è tutto nella pace e nella vita.
In questo momento non mi va di dire oltre, cerchiamo di aprire la mente non riesco a comprendere un mondo che non comunica più di quello che paradossalmente ancora appare per tutto ciò che per questa ragione si vive ancora. E per me rimane auspicabile un mondo sempre più vicino e che le persone si possano parlare liberamente come il pensiero comporta che sia. Il vivere se stessi è una cosa meravigliosa, ma non riesco a comprendere come si possa pensare ad un Europa ancora divisa da frontiere e unita da problemi irrisolti.
voglio aggiungere credo anche sentendo molti commenti che il problema non vada sottovalutato e cioè che il pepe e la vodka sono pericolosi per la arterie e il sano peperoncino può risolvere molti problemi.
15 febbraio 2104
Bene, si sa – Chi lo sa? – che il gigante era talmente grande che non gli riusciva di vedere la formica che camminava in terra. La formica infatti come il gigante era dedita alle sue mansioni e seppur vivendo la natura della terra con tutte le sue trasformazioni, di là del suo ambito, non sa e non gli interessa quel che accade, sembra proprio ignorarlo. Così un bel giorno il gigante prese a camminare un po’ per di qui e un po’ per di lì – cioè senza meta. Successe anche che proprio quel giorno per uno strano fenomeno del sole, anche la formica incominciò a vagare un po’ per di qui e un po’ per di lì, quando nel suo vagare vide un ‘ombra oscurarle la luminosità del sole e venire su di lei. Il gigante posò il suo immenso piedi sopra la formica. Ora qualcuno potrà dire, bene, certo, vuol dire ma chi se ne sfrega della formica. Comunque il terreno su cui posò il piede il gigante era così soffice, che la formica affondò nella terra, per poi sentirsi sollevare un po’ nell’aria e ricadere sul terreno soffice e riassettatasi un po’ continuò a camminare senza neanche chiedersi cosa fosse accaduto. Figurarsi il gigante che non seppe mai nulla di quella formica.
24 gennaio 2104
Sovente la mattina mi sveglio cantando questa canzone dei DIVO e Nicole
(purtroppo il link non è più attivo)
Più esattamente la fischio – è molto bella e voglio anche ricordare quella cantata da Barbara. Una cosa che forse non c’entra niente è anche il ricordo dell’emigrazione degli italiani nei paesi dell’America latina, in cerca di terra. Io ò conosciuto in vita tre dei miei nonni – il nonno paterno quando sono nato era morto. Quando partì dall’Italia nell’ottocento per andare negli Stati Uniti, aveva all’incirca 14 anni – e a vissuto per molto tempo negli Stati Uniti, tra Washinton e Petersburg dintorni, senza mai perdere i contatti con l’Italia, dove è tornato per sposarsi, già prima del ritorno definitivo avvenuto nel secolo 1900. À fatto molti mestieri, e, credo sapesse fare anche il falegname. Ricordo che quando il fiume arrivò, qui, dove vi sto scrivendo, quando incominciammo a tirare il fiume fuori, dalle mura dell’abitazione, nella fatica e nello sconcerto di pulire. Gettammo un mobile angolo, molto ben fatto in noce, che non so perché era sempre rimasto nel garage come porta utensili. Con un anta superiore, uno spazio centrale aperto, e, se ricordo bene, la parte verso il basso, prima dei piedi su cui poggiava era formata da cassetti, forse anche uno sportello? Che credo lo avesse fatto lui. Abbiamo gettato anche un armadio sempre noce a un’anta, della nonna materna, che avevamo in casa, tenendo lo sportello con lo specchio, che non era rimasto nell’acqua dell’alluvione. C’erano molti mobili per le strade in quei giorni, qualcuno è passato e li à notati sicuramente, e se li avesse presi e ricollocati à fatto bene. Si sa che in molti modi si parte, si riparte e si giunge, tra partenze e alluvioni – ma come ricorda Etti quando parla di Rilke – ogni tanto bisogna riposarsi e dare spazio alla libertà.
21 gennaio 2104
se le persone nonostante questo riuscissero a interrompere il flusso della violenza la violenza non sarebbe più nel suo stesso essere e nel continuo apprendimento di essa, ma caduca conseguenza, da modificare nel suo stesso mostrarsi in chi va a rappresentarsi per essa come vittima o vittima violenta.
6 gennaio 2104
Nicole, la più bella bellissima Befana del mondo, che se mi regalasse cenere e carbone, io l’abbraccerei e dopo gli direi, brava l’importate è che sei venuta. I desideri dei bambini sono sempre i migliori.
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17 dicembre 2013 dal 19 maggio 2012 Un saluto sincero.
In certe giornate come in tutte le giornate della vita, la possibilità di essere sereni e felici è molto spesso il modo stesso che abbiamo dentro di essere sinceri e autentici, di scoprire che il vero coraggio di capire conoscere è questo e, che spesso la più grande difficoltà che incontriamo con il prossimo o dentro di noi mette alla prova questa franchezza che abbiamo dentro che ci libera dal pregiudizio e che dà la libertà di vivere. Ognuno di noi vive se stesso per questo libero respiro dell’animo che cerca di trovare la disponibilità del sorriso. Per questo esserci interiore che ci ricorda che cosa siamo che stiamo facendo, che ci fa comprendere quanta elasticità abbiamo nel nostro pensiero, quando l’anima sente quel che facciamo e noi essa, quasi che nella fatica pur smarrendoci dobbiamo riconquistare la libertà della sincerità che ci dà noi stessi, che ci fa essere noi stessi. Il mondo non è una scatola magica e sovente le cose che vi accadono smarriscono questo sentimento, chiudendo gli spazi del sorriso sincero della coscienza, per aprire quelli di un orgoglio e un’importanza che pieni di violenza e superbia non riescono più a parlare con l’animo che distoglie dal pregiudizio e dal bisogno di superiorità da cui è intriso quel significato che cerca in un’apparire, una forma che dia rilevanza al mancamento stesso dell’animo della sincerità per un mondo astratto che à smarrito quello dell’amore e della semplicità. Il mondo dell’animo che ci fa essere sinceri in noi stessi con tutto il mondo che è dentro di noi e vive. Se non abbiamo più le parole per dire quel che pensiamo a chi vogliamo, dobbiamo chiederci, anche se abbiamo il coraggio di essere sinceri e di perdonare quel che da questa sincerità può scaturire, sia per sopportazione che per gioia, se sia quel che per animo di coraggio siamo disposti a rimettere in discussione con un sorriso sincero. Il tranello della sopravvivenza per egoismo ci infingarda il sorriso e spesso pretende da noi eroismi che avrebbero bisogno più di amore che di verità superba, proprio perché non si trasformino in martirio e tragedia – anche perché chi vive e cerca il suo sorriso sincero e le parole per parlare non soltanto ai suoi pensieri, ma a persone, e anime, personalmente nella propria vita, non veda questa travolgersi da un’astrazione che fa dell’orgoglio astratto una ragione per non parlare e ascoltare che crea stilemi omologati per reagire, obbligando quasi a reagire, mentre la sua vita è già piena e cerca la libertà in un sincero e autentico sentirsi di là del pregiudizio e con il sorriso di là dello stesso giudizio. Le persone con le loro anime che smarriscono la libertà per l’orgoglio e il potere, protendono e spesso ànno la possibilità di ritrovare la sincerità nel coraggio di accettare un sorriso sincero che sembra, non essere loro, un momento di vita che è l’intera vita che dà alla nostra anima tutta la libertà che non à mai smesso di sentire.
Questa ragazza – melissa bassi – che mi sembra ci saluti in questo modo ci ricorda che la libertà non è soltanto in divenire, ma da accogliere sempre, forse anche con tutte le sue stranezze con un saluto sincero.