IL PORTA FORTUNA

mercoledì 15 ottobre 2014         17.47

Il porta fortuna

Io mi chiamo scaccola chid. Da sempre mi ànno chiamato scaccola, non per molti motivi semplicemente perché mi piace scaccolare il mio naso – come sicuramente avrete intuito. Fin qui, per quel che ò detto sicuramente altri avranno il mio stesso nome – scaccola, perché sono certo che molti altri ànno questa mia stessa passione. Se mi fossi chiamato semplicemente caccola, forse capireste che semplicemente magio le mie caccole dopo essermele tolte dal naso – invece con il nome di scaccola s’intende che io mi tolgo le caccole dal naso e con una schicchera le getto via, spesso addosso a qualcuno – in senso generico, in modo specifico cerco sempre qualcuno che mi aggrada colpire con una mia caccola, scaccolata. Il mio nome comunque è frederic bacchibo – mia madre è irlandese di madre siciliano e mio padre australiano ma di origine cinese. La mia famiglia è composta oltre che da me e dai miei genitori da mia sorella valeria – italiana adottata dalla sorella di mia madre che era sposata con alberto di pescasseroli. Un giorno nel bel mezzo di un osservazione di stambecchi la montagna à scaccolato addosso ad alberto che era con sua moglie, una valanga di neve. Valeria è venuta per questo motivo a vivere con me e i miei genitori. Così per un po’ dopo essere stati in australia, siamo venuti a vivere in italia.

Ora vi spiego perché mi chiamo e mi chiamano chid di seguito a scaccola, perché per rendere la mia scaccolato più efficace e soprattutto liberatoria ò cominciato a calpestare cacca, qualsiasi tipo di cacca, anche se ovviamente quella più facile da incontrare per strada è quella di animale – allora se mi scaccolo pronto con la schicchera delle dita a gettare la mia scaccolata addosso a qualcuno, riesco a rendere ciò preponderante su tutto, se salto sopra una cacca e comincio a calpestarla – mi guardano e gli schicchero addosso la scaccola che à un effetto dirompente in chi la riceve che guarda la scaccola che à indosso e la cacca che calpesto.

Insomma questa è stata la mia gioventù fino ad oggi, perché nel mezzo del cammino della vita ancora faccio questo, calpesto merda e scaccolo le mia caccole. Per questo mio modo di esserci ò conosciuto molte persone con cui condividere tutto ciò, anche tra rutti di birra che mi chiamavano kid, ò per questo capito che dovevo trovarvi una donna che mi apprezzasse e condividesse con me tutto ciò.

Ora pertanto, per moltissimo tempo non sono riuscito a far accettare questo mio modo di essere alle donne che si fermavo sempre al lato esteriore della caccola. Voglio dire su dove scaccoli, in quale auto, quanti soldi ài per scaccolare qui o lì, come avremmo fatto a educare i figli a scaccolare senza i soldi necessari, nel sociale che non aiuta la famiglia economicamente come si può pensare di mettere al mondo dei figli e insegnargli a scaccolare. Insomma ci troviamo sempre dinnanzi al dilemma greco che cosa è una scaccola quando romeo e giulietta sono due caccole che vogliono soltanto mangiarsele, le caccole.

Ma poi un bel giorno mentre calpestavo una cacca e schiccheravo una scaccola addosso ad una ragazza – lei salta addosso a una cacca vicina la mia e comincia a calpestarla urlando di gioia e comincia a caccolarsi addosso, dico mangia le sue caccole d’accordo non può dirsi perfetta e riesce a prendere le mie scaccolate schiccherate al volo direttamente con la bocca – insomma ci siamo trovati nel vero amore fatto di respiro di corpo, carne spirito e anima, voglio dire possiamo fare tutto questo senza nessun prezzo economico, senza per forza pensare quanto costa una caccola con la sua scaccola. Ciò è stato così facile che penso come sia possibile che per tanto tempo si è vissuto senza la caccola, la

SCACCOLA, soltanto perché si dipende dalla cacca che spesso si à paura ti finisca sotto le scarpe, senza sapere che farne e come togliersela.

Ti amo caccolina mia.

PER un po' il poema ignoto Per un po' o' guardato i pagliacci e i buffoni ridere invano

La terra rotolava come un sasso. Eppure tutto mi appariva sopraffatto, sole le cose sanno che non ci sono. Sono fatte. Si aspetta dietro il torrente, come fosse tutto il mare. Le cose stanno dove sono senza il poema che ignoto si volta verso il mare. Sul greto del torrente vedo Germana la capretta - ora anche caprona. Dopo essere stato sulla sua pelle di capretta, ora navigo sulla sua caprona, sono appoggiato  all'albero del suo clitoride e il fiume del suo piacere mi sommerge oltre la vita. Immerso nel torrente con le mani prendo quel sapore e lo verso sulla mia testa. Germana la caprona mi fa vivere di là del successo internazionale, il sogno svampito. Svampita Germana mi fa ciao. Mi getto e nuoto nel suo torrente ancora un po'.

Il

pensiero

mi dice

che

sono

stato

ignoto quasi fossi il poema

 

nel mare, dietro il torrente con germana.

 

 

Il

poema

dell'esserci

 

Non ci sei non ci sei mai stata, è, per questo che sai che non ci

 

sei

 

 

Io so che non sei qui con me e so che per questo sono molto

 

fortunato

 

 

Se ci fossi potrei forse baciarti è per questo che so che ora non

sei qui con me

 

Eppure io vorrei che tu non sapessi di essere anche se non ci sei perché quando ti bacio tu sei un'altra ed io sono fortunato perché non ci sei.

Cosa accadrebbe se tu sapessi che non ci sei quando io so che non ci sei torneresti in un posto dove non ci sei, ma sapresti di essere da un'altra parte - ecco ci sei ma non ci sono più io, allora cominci a desiderare di baciarmi e allora io ci sono. Dove saremmo se tutti e due non sapessimo di questi baci, di questo bacio.

Non ci sei e sai che io non ci sono per questo sai che non ci sei, ma io come faccio a sapere se ci stai - e allora ti guardo e vedo che da una narice del tuo naso spunta una caccolina, che io prendo con la punta della mia lingua e mi baci così ci sei almeno sembra.

Il poema del giorno

Io scaccola chid oggi penso come il mondo che gira. Come la farfalla che batte li ali sulla terra lontana come fossi di là dello spazio che volo leggero sulla tela stessa della nota del tempo accarezzato dalle ali della farfalla.

La mia caccolina mi ama mi ama tanto eppure qualcosa d'incredibile e lontavo oggi è accaduto quasi ad allontanare quell'aria leggera che ci accarezza scaccolando - caccolina si è innamorata del mio sesso che continua a baciare perché dice che vuole la sua scaccola  - e io, ora quando mi prendo una caccola dal naso e la scaccolo con le dita,  la mia caccolina non è più lì a prenderla con la bocca e mangiarsela come ne ha voglia. È una storia antica che sfugge al mio significato  - e se un bel giorno un'altra caccolina prendesse la mia scaccolata io non potrei spiegare che cosa sta accadendo. L'amore è meraviglioso ma non può essere soltanto sesso, amiamoci anche con le caccole  - ma adesso ti amo lo stesso - anche se credo che cerchi di tradire con un altro scaccolamento. l'angelo

Di anno in anno se potesse essere come fosse e come è. Anno detto così per tanto tempo, come per dire ai detto qualcosa - ai voglia! - dichiara qualcuno passato lì per caso - oh non vorrai dire che o qualcosa di diverso. Dice così quasi mi tira addosso una sua scaccola. O detto che tu ai bisogno di me, del resto mi sembra che tutto sia diverso da come lo immagini. Forse io lo immagino diverso, ma sei tu che mi dici qualcosa di diverso, fossi divenuto geloso di qualche uomo, perché ti appare più vicino a Dio di ciò che tu stesso pensi per dire di essergli vicino! O detto che tu ai bisogno di qualcosa! Certo o bisogno di qualcosa? Oh non sarà che mi trovo dove sono soltanto per questo, per questa cosa che dici tu angelo mio caro? Certo questo pensiero potrebbe darti anche qualcosa d'altro. O capito, oh non sarà che poi te la prendi, quasi gli angeli si siano persi per il troppo amore di qualche uomo verso Dio, quasi che per questo si sentono a disagio proprio perché spinti a rimproverare, senza avere né argomento né concetto per ciò - e così si finisce per rimproverare con un atteggiamento verso Dio parlando a quest'uomo. E allora lo faccio, mi prendo una caccola dal naso e con le dita la scaccola addosso all'angelo, e, dico: Caro il mio angelo ora sorridi e non arrabbiarti con Dio.

Il sogno è il tempo

Ke cosa significa ke vuoi come se stessi aspettando E non so dove fossi io - perke non c'è tempo soltanto un sorriso più forte del tempo. Ché se potesse potrebbe sempre. Certo caccolina,  ke strana schicchera.  Il sogno è finito con te caccola che al volo senti sempre la scaccolata - due sorrisi non fanno la storia ma tutto il tempo - che non sa perke Senza quel ché non riesce a parlare né fare la spesa. Caccolina prendi la mia scaccola al volo e mangiala - e amami per sempre nel ricordo nel sogno e nella mia schicchera di caccola che non ti farò mai mancare.  E così forse chi non a saputo sorridere parlerà del sogno e della vita e come si fa a scaccolarsi.

FlescMob di trucido chid gentiluomo fuori corso

venerdì 30 giugno 2017         10:02

Io mi chiamo Peloso Tito e vivo in una piccola casa di legno tra I boschi e la campagna. Quando ero ragazzo mi chiamavano Giuffettino.

La casa più vicina è a circa un chilometro e mezzo dalla mia. Trascorro li mie giornate guardando la natura e così avrei voluto che fosse per tutta la mia vita, ma accadde qualcosa di nuovo in queste mie giornate. Veniva a trovarmi la ragazza che abitava nella casa più vicina la mia ed in breve per suo motivo cambiò la mia vita. Non la farò lunga nel raccontarvi la storia, Filza, questo è il nome della mia vicina è figlia di due genitori allevatori di mucche da latte. Quando Filza venne a trovarmi la prima volta mi disse subito il suo nome e da dove venisse, guardammo un po' la natura insieme, quando mi disse che voleva un po' del mio latte. Certo vedo a prenderlo e te lo metto in un bicchiere. Lei mi sorrise dicendomi, ma cosa ai capito? Io dico che voglio mungere te. Io rispondo, nel senso di sesso? Certo, fa lei. E senza dire altro prende a mungermi con la boccia, dopo avermi aperto I pantaloni - preso un attimo dalla sorpresa, le dico, cosa ti dicono I tuoi genitori? Che più mungo e prima diventerò una vacca. Non afferrai subito il senso di ciò che mi disse. E così dopo un quarto di ora che mi aveva munto, disse che voleva mungermi ancora. Quel giorno mi munse cinque volte. E nei quattro giorni che seguirono arrivò a mungermi anche dieci volte. Poi il sabato decise di passare anche la notte, quella notte drmii poco mi munse tutta la notte. Il mattino ero stremato ma lei voleva mungermi ancora. Finché dissi basta non posso più. Bene allora puoi farmi diventare una mucca e farmi fare il latte, basta che mi sposi e facciamo dei figli. Acconsentii immediatamente ed ora viviamo insieme nella nostra casa di legno, lei è una mucca felice e io mi riposo un po'.

Due chiacchiere in tempo

martedì 28 ottobre 2014         15:38

Qualcun altro qualcun altra, come questo bastasse per chiarirci la situazione. Dico ciò percé non comprendo cosa c'entri il fatto che c'è, cé tu mi dici sempre la stessa cosa: Mi ami, che vuol dire percé io non riesco proprio a capire, cé vuoi dire dicendomi mi ami, vai sempre in cerca di uccelli da inanellare - vorrei vedere come faresti, tu se ti trovassi con un anello al dito per tutta la vita - cé devi renderne conto e poi non sai neancé a chi.

Ecco dunque, chissa chissa percé un altra storia come l'altra, con l'altro, che poi è sempre la stessa persona, è e io sono - certo, è per questo che vuoi dire cé mi vuoi dire mi ami da sempre e sempre mi amerai, purcé sia questo, come faccio io a vederti continuamente inanellare dico inanellare e credere al tuo amore. È vero non sono geloso e non m'importa, ma comunque sappilo cé io un anello al dito per tutta la vita non te lo metterò mai. Chissa forse un giorno ci sarà qualcuno più stupido di me - c'è, c'è non ti preoccupare - cé purcé tu continui ad inanellare ti dirà di esserti fedele - così mia cara cosi potrai dire di essere classificata, di esserti insomma classificata. Io ti amerò sempre, sempre nuda percé io ò e tu ài quel di cui abbiamo bisogno senza bisogno del vestirci.

Il silenzio apparente

sabato 24 gennaio 2015         17.10

Dimmi soltanto se c'è qualcosa che posso dire?

Sì.

Rispondono soltanto così come non fosse più possibile dirlo.

Perché mi 'ai parlato?

Ho avuto voglia di conoscerti.

Hai ancora voglia di conoscermi?

Sì. E tu?

No.

Allora perché lo chiedi?

Soltanto perché non capisco che significa?

Sì,  credo di si.

Allora c'è qualcosa di stupido in questo mio no.

Perché?

Perché ho  cercato di sentirmi più forte di te.

Sì ma perché?

È così che spesso si fa e fanno le persone.

Di  chi parli di quali persone.

Così in genere - tipo commedia di Aroldo Pinter - dove l'umore fa sovrano un paio di personaggi che si scontrano dentro un concetto del mondo intero.

Allora un paradosso e un enigma.

Sì.

Allora ci conosciamo ancora. Sì siamo qui.

La pagina della tastiera

mercoledì 1 aprile 2015         16.46

La pagina scorre bianca. Tutto quello che scrive la tastiera imita in tutto la pagina stessa. Un suono lontano appare, ma messuno si accorge del suono guardando la tastiera. Le lettere scorrono e non anno niente che possa dirci chi sta scrivendo. Le sue intenzioni possono essere molto belle. Dove conducono. Una volta mi chiesero dove ci conduci, il mio nome non appariva ma era cosciente in chi leggeva. Ora la tastiera non a nulla e manca degli accenti e io non posso più possedere l'unico accento rimasto. Se ti dicessi io o - ma guarda l'accento; è l'unico accento rimasto. Oh! Allora l'ultima acca h. Come io ho e così scomparirebbe l'ultimo accento. Ho è più perche tutto questo è un tasto in meno sulla tastiera. Manca la o con l'accento. Ti scrivo così quando stai pensando, così saprai che anche così e rimasto. Poiche tutto ciò è l'unico ho che è rimasto come un alcunche perche ciò rimane appunto qualcosa o qualcuno come voler dire io ciò detto qualcosa. Insomma volendo è un ciò e basta. Un altro o un altra ci potrebbero dire non ho più bisogno neanche della penna. Sarà e forse vorrà e un giorno verrà qui sulla tastiera dove ora qualcuno c'è.  Scorre tutto sulla tastiera di una macchina per scrivere - da scrittura, è in tutto, la pagina. Datemi una o con l'accento.


Due tempi una melodia

martedì 20 ottobre 2015          09:47

Se il sogno mi disse che l’amore è più bello della vita come amore per essa tutta quanta e come è. Se il giorno seguì soltanto un tempo. Ci curammo come sempre e curata ci saremo. In un giorno e una notte tutto quel che c’era stato è stato così. Il silenzio era il pensiero la parola i baci e le carezze e il sorriso. Eravamo liberi e ci ànno portato via – eravamo soli ma non sapevano quello che facevano. Il silenzio e il timore ma poi siamo tornati soli e liberi. Ci siamo curati come potevamo curare un male nostro. Abbiamo respirato e baciato le nostre labbra. Ò amato la vita ò amato la vita il buon senso e l’anima. Tutto il resto vacuità e stoltezza. Un giorno due giorni tre pensieri e nessun significato – coloro che curavano non sapevano chi erano, tutto decade ma Dio in me mi anima. Anima santa del purgatorio, anima santa, anima bella del paradiso.

Mamma

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il giorno in cui parlo

giovedì 11 febbraio 2016          09:32

tutti i giorni tutti i giorni tutti i giorni io che sono tre espressioni forse un'unica espressione infatti

quel giorno incontrai di nuovo con l'espressione tutti i giorni ma cosa fosse questa espressione che mi diceva tutti i giorni se non una parola più pronunciata e dato che questa parola che io pronuncio non ascolta nessuno in questo momento tranne la voce che viene presa da un dispositivo è scritta perché il raggiungimento fosse vero raggiungimento della parola scritta e della sua formazione e in questa piccola ipotesi dov'è il racconto orale ritorno scritto e l'immediatezza della parola stessa pronunciata con questa nuova evoluzione indubbiamente noi ci troviamo nello stesso istante a scrivere mentre parliamo e quel che viene scritto trova la forma impostata indubbiamente dalla macchina che gestisce questa trasposizione della voce nella parola scritta sulla pagina elettronica che poi ovviamente duplicata come tutte le altre forme esistenti quindi questo incontro che avviene in questo momento mi dice semplicemente che io sto parlando per quello che sto scrivendo lo sto dicendo e lo sto scrivendo per mezzo della voce nell'immediatezza è assolutamente nella correttezza della mia pronuncia che scrive esattamente quello che io dico con la parola ovviamente in questo momento questa disposizione non contempla la punteggiatura e di conseguenza neanche le forme lettera della lettera la maiuscola o minuscola per esempio se io pronuncio, In questo momento è comparsa la, stranamente perché ieri nello stesso nella stessa sperimentazione pronunciando la parola. Compariva la parola. Non. Come compare in questo momento è ovvio che i software come vengono definiti programmi informatici in italiano comunque programmi evolvono mentre sono usati proprio per la cortesia di chi li compie e chi è che ti fa questa una buona collaborazione tra la persona e le persone indubbiamente in questo momento abbiamo assistito anche a una prima evoluzione modificazione appena portata che nel momento in cui io sto parlando non conoscevo ora proviamo a mettere un attimo così sospeso nella frase senza nessun riferimento che appunto è  evidente in chi legge nel suono che riesce a interpretare con il significato stesso della parola che evidenzi il suo significato con questo Che questo sia per sempre come sempre stato il modo esatto per capire quel che stiamo leggendo comunque se io in questo momento dico? Il punto interrogativo è comparso quindi da ieri questo programma si è evoluto indubbiamente ieri facendo queste prove cio non successe.  ora quindi pensando a tutte le evoluzioni che ci sono state dal primo utilizzo di questi programmi finora che è inutile menzionare appunto perché sono rapide ed evolutive soprattutto per quel che concerne la pronuncia possiamo dire che ci troviamo vicini a ciò che abbiamo visto presentare molte volte ad esempio in teatro rivoluzioni del testo scritto della parola parlata e del movimento diciamo che qui ci troviamo la voce e la parola scritta totalmente vicine possiamo dire al contempo e a breve  credo che potremmo avere nello stesso istante anche la registrazione della voce audio ovviamente ciò  mostra ci fa riflettere sulla trasposizione audio e la stessa lettura postuma di ciò che viene scritto poi mediata nella recitazione voluta questo è un anomalo racconto che non poteva essere altro che come stato fatto ovviamente senza la parafrasi e ovviamente senza il personaggio Punto Vedete in questo momento il punto non è più non è più. Com'è venuta adesso ci sono piccoli perfezionamenti che si evolvono arrivederci punto Punto Punto allora possiamo anche dire che possiamo sperare volendo nel perfezionamento del sistema già molto evoluto e nella contemporaneità di una tastiera presente per poter inserire anche la punteggiatura volendo indubbiamente nella forma espressiva che noi stiamo usando possiamo trovare già tutta  la forma e il contenuto ciao ciao ciao Punto punto punto punto non riesco a mettere il punto conclusivo arrivederci

Campane legate

sabato 19 marzo 2016          13:37

E già ie fa se sono legate le campane è morte il risorto Gesù. Allora si può essere un po' in silenzio, senza tutto quel che ritorna e si ripete. Sembra quasi un battuta di spirito, niente più chiacchiericci, suppellettili di opinioni. Il silenzio prima della tempesta o della quiete. Se nella notte di natale anche gli animali parlano - oggi anche le galline tacciono. E allora facciamo finta che tre pischelli un po' imberbi ancore parlano e stanno a dire un po' qua un là le cose che sembrano curiosi, se non fosse per il fatto che un po' s'impicciano e spettegolano senza capire neanche bene che significa. Forse a dire io sono importante - insomma roba da rincoioniti di ogni età. E così dicono una cosa qua una cosa là che sembrano più istruiti che abboniti dalla voglia di liberarsi e capire e stupirsi o riflettere sembra quasi che ie importa soltanto un po' pe' sbaglio della vita di avere ragione, o sentire livore e rabbia, come dei disperati che non si sanno comprendere, e sanno soltanto qual è l'umore che devono provare, sembra che si stanno a integrare come i discorsi che sentono sulla forza e il potere, insomma come quelli che non si accorgono di parlare di un circuito integrato stampato sopra una scheda al silicio, quasi che per integrarsi non basta il pensare liberamente con se stessi o insieme agli altri. Come appunto si dovessero più che altro o degli altri omologare i modi e le abitudini. Sta di fatto che d'un tratto codesti giovani si trovano dinanzi un tizio che manco si sono accorti di dove è venuto fin lì, davanti a loro. Cari pischelli che state a pensare ciò che dovete sentire per dire qualcosa, senti un po' tu che dici che pensa Dio? E risponde pensa al bene e al male. Cioè proprio come voi altri, come dire che chi vi dice di pensare così è come Dio, non ve paRE? E ci pare sì, è proprio così. E no cari i miei pischelli, Dio pensa all'amore, e, quando pensa all'amore lo fa perche è vivo, mo ora dappertutto. Mentre le chiacchiere che fai tu sono chiacchiere de paura, che cercano soltanto di sopraffare, come per dire io dico la verità, perche la verità dice questo. E che è la verità n'abbozzo? E tu chi sei un boss che puoi dire questo? No caro il pischello io so Dio.  E vedo le anime vive e li morti che stanno sulla terra.

Il giorno di Uiona

sabato 9 aprile 2016          15:57

Il giorno di Uiona è un giorno semplice è fatto di tutto ciò che accade quando succedono le cose. Questo è un modo di dire ma il quotidiano giorno si riassume e spiega così. Per questo noi non diciamo cosa Uiona sente dentro di sé ma comunque la guardiamo e immaginiamo per quel che vogliamo. Un bel giorno, sì era proprio un bel giorno di sole già nella primavera, Uiona va a fare la spesa in un grande negozio e quando vede ciò che le piace, come sentisse qualcosa di bello e possibile, quasi fosse invitata in questa cosa che le appare gentile e gradevole, prende tutti i vestiti che può e si avvia all'uscita non sapendo più di dover pagare alla cassa del grande magazzino, uscendo per tornare nella sua casa. Viene fermata dagli addetti al negozio cui non sa dare nessuna spiegazione conveniente dicendo di non sapere esattamente perché lo abbia fatto. Cosa è accaduto a Uiona prima di quel giorno e per molto tempo. Che come si trovasse in un strano paradiso di belle cose, aveva trovato casualmente degli oggetti preziosi. Una volta delle tazzine di caffè molto pregiate poggiate sopra una panchina. Un altra volta un orologio da donna in oro messo sopra i rifiuti in un cestino dei rifiuti. Poi ancora un rosario d'oro gettato vicino un cassonetto dell'immondizia. Per non dire delle cose che si possono trovare normalmente in omaggio, diciamo ovunque. La cosa più preziosa è stato un crocifisso in avorio in terra sopra un marciapiedi. E un bel giorno Uiona non capì se ciò fosse il caso la necessità - un angelo o un gioco di persone malvage dedite al potere e la strumentalizzazione della bontà e fede. Fu così che per umiltà o libertà non sapendo cosa succedesse e perche si lasciò schernire da questa ipotesi come vi fosse un pubblico che dovesse dire perche e spiegarle se la amasse o no.

OGNI RIFERIMENTO ALLA REALTÀ DI CIO CHE È SCRITTO IN QUESTO BREVE RACCONTO È LIBERAMENTE ISPIRATO DALLA FANTASIA DELL'AUTORE.

Un giorno di sbolle

mercoledì 27 aprile 2016          17:39

Che dire quando leggo Kafka mi diverto, ma lo trovo fantastico. Così dico quando penso a me e al tempo, come oggi che mi dice quel che succede. Forse è meglio che mi spieghi meglio. Mi chiamo Matteo e non è che sogni molto ma alcune volte mi succedono strane cose. È un mondo turbolendo quello attuale soprattuto quel che sta accadendo alle banche e ai soldini. Per esempio io ciò impiegato non poco tempo per andarmene da una banca che voleva aprire ma stava chiudendo zero interessi. Il sogno un bel giorno non c'era più voglio dire mancava tutto l'intestazione tutto quello che c'era. Non che mi inportasse più molto ormai, i soldini erano da un altra parte con più interessi o perlomeno con interesse. Quando in sogno incominciano degli strani episodi. Un bel giorno un altra banca che aveva preso il posto nell'edificio di quella che non vi era più mi dice che ci a un libretto a me intestato di questa nuova banca con dentro niente. Io dico io non l'ho ne uno scaduto della banca che non esiste piu che non è in nessuna banca. Come un trombone incandescente dice la nuova che seppure non ci sono soldi né possibilità d'intetessi vogliono i soldi delle spese del libretto nominativo - che a questo punto io penso abbiano trovato dentro l'edificio dove era la vecchia banca che non esiste più. E allora come gli dissi in un altro sogno gli ribadii di togliere ogni cosa che pensavano avessero ma che a me non apparteva. Li dimenticai e mi svegliai. Ma in un recente sogno mi scrissero e mi dissero che avrebbero chiuso la banca in quell'edificio e che quella cosa che dicono di avere che io non ciò e che non ricordo più neanche come si chiama la banca che da tanto tempo non esiste più se non la legessi sul libretto scaduto, sarebbe stata spostata in un altra loro succursale e che avrebbe cambiato il codice iban intestato. Perché la succursale attuale avrebbe chiuso. Insomma ormai credo di essere finito nel sogno di qualche altro che sinseramente non so come svegliare. Buona Notte. Buon Giorno.

Il diacono volante racconto senza generis

sabato 14 maggio 2016          09:25

E già possiamo pensare or dunque che in mancanza del prete nella chiesa cattolica le suore dicano e celebrano la messa. Ma il difatto laicato mondo del pensiero sovrastante la comunione eucaristica, mostra ogni tanto quelli che possono essere definiti i diaconi volanti, vera e propria espressione dell'aria dell'edificio delle chiese, con in più del sacrestano possono porgere la comunione eucaristica ai fedeli. Ecco il primo pensiero, porgere o direttamente tra le labbra l'ostia o nella mano eucaristica del comunicante la comunione con cristo Gesù e Dio. E così i fedeli, il fedele e la fedele si avvicinano mettendosi in fila e camminando verso chi gli porge l'ostia, persone di tutte le età. L'avvicinamento è più o meno rapido e il passo si svolge lungo le arcate e i pavimenti della chiesa, un figlio e una madre indiana stanno per avvicinarsi al diacono che porge l'ostia, un passo toglie quel metro che dovrebbe essere già compiuto e quell'istante il diacono abbandona la posizione sembra alzarsi in volo e va dall'altra parte della chiesa a dare la comunione al coro, lasciando la madre e il figlio senza comunione. Ora sembra che quell'apparire sei stato percepito come una fantasmagoria un po' bizzarra, al ché anche il parroco nella successione della messa è intervenuto per dire di comprendere la situazione dato gli avvenimenti. E così che però in un nuova funzione celebrativa si ripete questa fantasmagoria, soltanto nel tratto volante del diacono si udì - pu po bo! Un fischio di caduta e un flop. Questa volta il parroco uscì sull'altare e disse di scusarlo perche aveva dimenticato di mettere il cartello nella chiesa con scritto, divieto di caccia beccafichi.

In tempo al giorno

mercoledì 29 giugno 2016          09:58

Era il quarto giorno, quando passai sotto la croce dove era stato crocifisso Gesù. Guardavo quel legno vuoto e spoglio di un corpo. Dicono l'umanità che ti uccise, che se stato tu, ma allora perche non aiutano chi fa del bene, invece di farsi aiutare da chi fa a colui del male. È un tempo inconsueto questo dove la religione tiene alla storia e non riesce ad amare. Invece con questa fede Dio ama e chiede che si ami e si perdoni e allora è opera di misericordia amare i malvagi. Ora passò di lì una donna che mi disse che aveva visto Gesù sulla croce e non capiva perche. Dissi, spesso gli sciocchi e anche coloro un po' dabbene praticano un modo e un significato inconsueto, una specie di altruismo che dice ciò ch'è bene o male e insieme trovano un male e lì fanno vedere, mostrano quando siano giusti e buoni i loro intenti. Sovente in ciò chiamano altri a partecipare e dimenticano l'amore, vivono di attributi, così Gesù è finito crocifisso, perche altri osannavano i loro attributi e facevano i loro meriti. Ora, la donna mi disse, eppure mi pare lodevole amare chi così vede per darglisi con partecipazione e renderli importanti affinché possano essi fare così con chi va amato. Ma l'amore verso Dio è nell'amore o nella partecipazione, dissi. E non sarebbe anche volere vivere quando si ama e dove vi è affinché non venga escluso chi continua a partecipare, Cristo è stato sulla croce per questo, quest'ora. Non per moderare il suo amore nell'attribuzione di un religere ma nell'amore e nella fede è risorto. Continuai quella passeggiata guardai il cielo tutto intorno a me e mi sedetti sopra una roccia.

Arianna nuda

giovedì 10 novembre 2016          09:21

Mi sono sempre chiesto cosa vi sia dietro un suono musicale. Ma nei fatti dietro non può esservi nulla. Si può frapporsi tra quel suono e dove io sono, la distanza qualcosa o altro. E così un bel giorno sono entrato in uno specchio di vetro e la cosa più strana che mi è capitata è stato di diventare parte di un labirinto fatto di specchi e vetri trasparenti. Così sono restato in un luna park per gran tempo, viggiando con esso per il mondo, quando un bel giorno mentre venivo montato nel labirinto il vetro dello specchio si è infranto e rotto cadendo. Ed è accaduto che sono rimasto fuori da quel vetro dove ero entrato. Tutto il mondo mi è apparso come non lo avevo mai visto prima di allora, i labirinti erano molteplici e forse anche impossibili da contare, e le persone che erano dentro i labirinti di vetro trasparente, si muovevano attraverso le immagini riflesse negli specchi. Certo che la comunicazione attraverso gli specchi poteva essere planetaria o intergalattica e ovviamente la possibilità di incontrarsi attraverso l'immagine riflessa era molteplice nella visione e comunicazione, ma ciò che sembrava mancare era un certo tatto nell'essere presenti. Capitava qualche volta che all'interno del labirinto due persone si incontrassero ma sempre con delle immagini riflesse negli specchi vicivi tanto che toccarsi era guardarsi negli specchi come si avesse, così, una certa rassicurazione nel non essere molto sinceri. Gli ambienti dentro i labirinti di vetro e le persone negli specchi. A me era successo di essere tornato fuori dallo specchio e di non essere in nessun labirinto, e che cosa mi accadde, che non solo vedevo attraverso i vetri del labirinto le persone e gli specchi che riflettevano, ma potevo attraversare i vetri e anche i labirinti, senza il bisogno di entrarvi da una parte e forse trovare l'uscita da un altra. Ora così qualche volta, spesso anche sovente, mi fermavo dentro gli ambienti dei labirinti, anche con delle persone seppure con gli specchi che riflettevano. Ma accadeva che prima o poi me ne andassi mentre chi vi era finiva per restare dove era. Finche un bel giorno decisi di stare da solo fuori dai labirinti e guardare il mondo senza specchi. E accadde che incontrai in un prato un piccolo labirinto di specchi con dentro ai miei occhi una bella donna nuda che da sola si guardava negli specchi del labirinto - non persi tempo mi denudai attraversai i vetri e la raggiunsi, l'abbracciai e baciai emh! E strinsi a me e tanto fu che ci trovammo sul prato e senza il labirinto. E così accadde che lei disse, adesso come faro a riflettere? Ma mia cara, dissi, lascia che siano gli specchi a farlo e godiamoci la giornata.

Deficenti

venerdì 23 dicembre 2016          09:26

Mi sono iscritto ovunque e frequento correlati del tipo, il gruppo dell'atteggiamento, quello degli invidiosi, quello delle parole vane e quello dei silenziosi. Credo che ovunque posso stare insieme ad altri e che ovviamente dicono chi sono gli altri. Così io in tal modo so sempre chi sono e dove sono anche se alcune volte mi sfugge un po' quello che faccio e perche. Quando sono tra gli invidiosi dei gruppi dei soldi delle religioni la cosa diventa anche pratica perche si fa che ci si incontra tra chi e chi e si dice di chi e chi che non sono del gruppo e sono altri. In questo quando sono nel gruppo degli atteggioni capisco anche che cosa si può essere e perche altri non possono esserlo e posso usare parole vane senza mai tacere invidiando chi voglio e con ragione perche nel gruppo degli invidiosi ci si dà sempre soddisfazione e consenzo. E insomma con il gruppo del silenzio c'è il più gran divertimento perche se qualcuno chiede che facciamo così in gruppo tanto è il consenso che abbiamo tra noi che non c'è motivo si risponda. Insomma da quando la mia vita si è così identificata ò trovato uno scopo nella vita avere sempre qualcosa da pensare e da fare durante la giornata insieme con un tante persone.

SuperEva

giovedì 9 febbraio 2017          10:36

Mi chiamo Genoeffo e non riesco a capire come spiegare il tempo

Ad certo punto del discorso della vita bisogna darsi una spiegazione e porsi qualche perche Allora io non comprendo come si possa fare sesso a pagamento e darsi un tempo mentre lo si per questo addirittura e per questo è ben difficile capire quello che si è e quello che si fa e qual è il momento in cui piace

Dico per esempio si a voglia di parlare o soltanto scopare ciò in senso metaforico ovviamente e i termini del silenzio sessuale quali sono la stanchezza o lo svuotamento o soltanto i soldi ma allora basta dare i soldi che ai fatto sesso evviva lA generosità che non ti fa stancare e neanche parlare

Perche si dica una volta per tutte il sesso può essere bello se non è a pagamento

E allora dovremmo chiederci perche c'è chi si prostituisce e perche che cosa accade nel mondo e dentro ogni persona pensiamo per esempio a quelle ragazze donne che leggono riviste porno per eccitarsi sul lavoro e farselo piacere

Un corto circuito pazzesco sulla realtà nell'attimo e nella rappresentazione

E già quante volte si può essere coscienti e parlare con una persona prossima dei propri desideri e pensieri senza strumentallizzarsi

Perche poi diciamolo un attrice porno si eccita nel rivedersi e immagina che chi la veda rappresentata si ecciti con i suoi stessi pensieri

Ma perche un corpo nudo è bello e nel piacere sessuale può essere guardato nel piacere in un film diciamo canonico cioè senza quelle immagini che non si immaginano e che poi si conoscono così ecco è  tutto nascosto e visibile al contempo ma stranamente non comunicabile

Ma allora facciamo per sommi capi un pensiero per esempio io Genoeffo ò fatto all'amore con molte donne e so che mi piacciono e sono belle molti uomini sconosciuti mi anno proposto rapporti sessuali ma non ne è avvenuto nessuno perche per mancanza di attrazzione assoluta la questione di questo rapporto sconosciuto sembra sintesizzarsi proprio nel pigliarlo quindi metaforicamente può essere senza tempo e limite né sostanza. In conclusione si può dire di vivere sinceramente la sincerità sessuale o si è capaci di essere anche altruisti e innamorati e ciò come convive semplicemente o caoticamente

Chi s'incontra forse lo saprà dire a se stesso

Per quel che riguarda me Genoeffo sono fatti miei.

Il discorso

lunedì 20 febbraio 2017          17:36

Ora che mi accingo a prendere la parola, come dico, voglio per questo ringraziarvi della eloquente dimostrazione di sincera simpatia, che vi a fatto ben vedere quale in effetti sia la situazione. Allora vi dico immanente che io ò  vissuto insieme ad un grande cretinismo - un cretinismo epocale fatto di tempo storia e religione. Allora il mondo è uno ed io ciò vissuto in tutto l'uno! Prendiamo le democrazie dove in ragione di una maggioranza di cretini gli altri rispondono: con quale diritto noi dobbiamo far finta di essere intelligenti per obbligo di suffragio? E allora possiamo dire e scegliere la eloquente dittatura dove tutti debbono essere cretini e chi non lo è, lo è per obbligo. E consolarci forse con la monarchia dove uno soltanto dice di essere cretino per tutti. E allora è per questo che vi ringrazio di aver capito; Io che ò fatto all'amore con donne di tutte le religioni e perche no culture del mondo, per far sì che si possa dire e per me dimostrare, che le donne sono diverse, mentre le religioni uguali, e, non come si è sempre pensato che le religioni fossero diverse e le donne uguali, come qualcuno a ironizzato - mangiata una mela è come averle mangiate tutte. Ed è appunto per questo che vi ringrazio di questo premio, con i cui proventi economici potrò ancor più sperimentare con altre donne la loro differenza e l'unicità della religione e così contribuire alla nostra pace. Grazie.

Incipt

sabato 13 maggio 2017          09:58

Un leone nella savana africana, nel tempo del natale cristiano, inizia a fare sesso con la leonessa e ogni venti minuti circa farà un nuovo amplesso. Questo per circa tremila volte per essere sicuri della fecondazione sessuale. La nascita dell'era asessuale a indotto molti a confonderla con quella sessuale. L'asessualita ovviamente non comporta procreazione biologica, ma ricerca dei sensi o affettiva. Essa per definizione è appunto asessuale e senza la specifica di un pene in un orifizio come sostituto della vagina. I caratteri andropomorfici dell'essere umano non specificano in alcun modo l'uso sostitutivo della vagina come specifico di una caratteristica asessuale. L'attrazione sessuale implica una naturale predisposizione verso la forma il pensiero e la psiche altrui, che matura con la cognizione del sentimento e amore. Quindi per definizione l'incontro asessuale è fatto di carezze baci oranti o orali e può determinare anche lo sviluppo dell'orgasmo attraverso il contatto dei corpi senza penetrazione. Quindi se due persone si baciano o si ciucciano i pollici reciprocamente lo specifico universale dell'atto asessuale è indistingubile e resta nell'intimita della sfera personale. Ciò sembra fece imbestialire Nerone che fece mangiare i cristiani dai leoni per distinguere lui la differenza tra la sessualità e il piacere.